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"Lentini tra mito, archeologia e storia" - Relatore dott. F. Valenti
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Sono venuti alla luce nel corso degli anni, tra l’altro, il villaggio preistorico già citato, le necropoli arcaiche ed ellenistiche, ampi tratti della fortificazione, la porta meridionale e ancora tracce di santuari urbani ed extraurbani e resti di un quartiere portuale.
Sono stati inoltre ritrovati interessanti insediamenti rupestri risalenti a varie epoche: abitazioni, oratori, cenobi, luoghi di culto. Particolarmente rilevante la Chiesa del Crocifisso, che conserva al suo interno il più ricco ciclo di affreschi bizantineggianti della Sicilia. Altrettanto importante il Castrum Vetus, fortezza federiciana, recentemente restaurato, di cui rimangono un grande muraglione di sbarramento, i resti di una torre e la sala ipogeica.
Ceramiche, monete, anfore, vasi, statuette, crateri, assieme a quella straordinaria e raffinata testimonianza dell’arte classica, costituita dal noto Kouros di Leontìnoi, risalente al V sec. a.C. e fortunosamente riportato alla luce nel 1902 a seguito dello straripamento del fiume S. Leonardo, attestano la vivacità culturale, artistica ed economica di Lentini. Mancano all’appello, non ancora ritrovati, l’agorà, il teatro e la porta nord, che continuano ad essere oggetto di ricerca da parte della Soprintendenza di Siracusa e dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Catania. Quanto ci è pervenuto è ben conservato presso il Museo Archeologico di Lentini e il Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” di Siracusa, e perfino presso il Museo di Berlino.
Con la L.R. 20/2000, inoltre, è stato istituito, a tutela del patrimonio rinvenuto, il Parco Archeologico di Leontìnoi.
Se la Grecia ha inventato l’arte, la filosofia, la politica e il teatro, la Sicilia ha saputo raccoglierne il testimone. Posta al centro del Mediterraneo, crocevia di popoli e culture, dai primordi ad oggi ha sempre recepito, accolto, metabolizzato gli apporti esterni. Nelle sue tante anime, forse, sta proprio la sua identità.