Visita a Vizzini
Le festività di fine anno si avvicinano a grandi passi ma, prima della breve pausa natalizia, il Presidente ed il comitato direttivo della nostra Associazione hanno voluto organizzare un’escursione, sempre alla ricerca delle tante bellezze della nostra terra.
Approfittando della fortuita conoscenza con la dott.ssa Margherita Riggio, curatrice del Museo dell’Immaginario Verghiano di Vizzini, che si era mostrata disponibile ad organizzare per la nostra Associazione una visita alla cittadina in cui Giovanni Verga trascorse gli anni della sua fanciullezza, un gruppetto di soci, la mattina del 18 Dicembre, si è dato appuntamento, come sempre, nella via Patti, da cui, a bordo di un autobus della Manuel Viaggi ( lo stesso che ci aveva accompagnato nel recente viaggio in Salento) ha in breve raggiunto la meta prescelta, appunto la cittadina di Vizzini, porta Nord della Val di Noto, in cui il grande scrittore Giovanni Verga, la cui famiglia era appunto originaria della cittadina, ha ambientato buona parte della sua produzione letteraria.
Il tempo, purtroppo, non prometteva nulla di buono, ed alla pioggia prevista dal meteo, si è aggiunto il freddo pungente giustificato anche dalla posizione del paese, posto a quasi 600 metri sul livello del mare.
Ad attenderci al nostro arrivo, la dott.ssa Riggio, che ci ha accompagnato alla prima tappa prevista dal nostro tour: la Società Operaia di Mutuo Soccorso, ospitata nei locali di un’antica chiesa appartenente alla Compagnia di Gesù, poi acquisiti dal Comune, che li utilizzò per diverse destinazioni, cedendola infine alla Società Operaia, che vi installò un Circolo, con finalità sociali, di solidarietà, e di aiuto, in particolare agli operai schiavi dell’alcolismo, piaga in passato molto diffusa.
Ancora oggi molto frequentata dagli abitanti del paese, ospita una fornita biblioteca, ed un piccolo bar, in cui abbiamo consumato un buon caffè.
Proprio di fronte al Circolo, nella centrale Via Vittorio Emanuele, sorge il palazzo Verga-Catalano, dimora della nobile famiglia dello scrittore, che tuttavia non abbiamo potuto visitare.
Salendo dalla bella scalinata, a lato del palazzo Comunale, adornata con colorate maioliche, abbiamo raggiunto la Chiesa di Sant’Agata: edificata nel 13-simo secolo, fu distrutta dal terremoto del 1693, e riedificata, ampliandola. Il prospetto esterno è stato realizzato in pietra chiara intagliata, mentre l’interno è a tre navate, decorate con stucchi.
Di particolare pregio la pala d’altare, che raffigura, con ammirevole realismo, il martirio di Sant’Agata, e l’altare del Santissimo. In questa Chiesa, Giovanni Verga ambientò una pagina del Mastro Don Gesualdo, quella di Bianca, che diverrà poi moglie del protagonista, che inginocchiata nel confessionale, apre il suo travagliato cuore al sacerdote.
Conclusa la visita, abbiamo raggiunto il Museo dell’Immaginario Verghiano, situato in un antico palazzo nobiliare, quello della famiglia Ventimiglia; qui, in una teoria di sale, alcune arredate con mobili dell’epoca, trovano posto innumerevoli cimeli del grande scrittore verista: ritratti , locandine delle opere teatrali e liriche tratte dalle sue opere ( in particolare “ La Cavalleria Rusticana “, ), costumi dell’epoca, oggetti della vita quotidiana, le fotografie scattate dallo scrittore stesso, e la sua ricca strumentazione, i ritratti delle donne amate. Insomma, un affascinante viaggio nella vita e nelle opere di questo grande scrittore, guidati con grande competenza dalla dott.ssa Riggio, che del Museo è la curatrice.
Con una bella passeggiata attraverso le strette e caratteristiche stradine del paese, ammirando scorci del suggestivo panorama sulla sottostante verde vallata, abbiamo raggiunto la tappa successiva: la Basilica di San Vito.
Qui, ad accoglierci, il parroco della vicina Chiesa Madre, che ci ha illustrato la storia di questa chiesa, tra le più antiche del paese: anche questa ricostruita dopo il terremoto, si presenta a tre navate, e presenta uno splendido altare in pietra bianca iblea, di scuola gaginesca, riccamente istoriato e adornato da due eleganti colonne tortili laterali, anch’esse sontuosamente decorate. Di particolare pregio anche un magnifico crocifisso ligneo, di epoca seicentesca.
Anche questa Chiesa, o, per essere precisi, la sua campana, è ricordata in una pagina di Mastro Don Gesualdo.
A breve distanza dalla Basilica di San Vito, abbiamo poi raggiunto la Chiesa Madre del paese, dedicata a San Gregorio Magno, patrono di Vizzini, con un magnifico portale di stile gotico . Anche qui, il parroco ci ha accompagnato nella visita della Chiesa, illustrandocene la storia e le principali opere in essa custodite.
Edificata , forse, su precedenti edifici di culto, il terremoto del 1693 fece crollare il tetto della chiesa, uccidendo numerosissimi fedeli che si erano riuniti in chiesa per ringraziare di essere scampati alla prima scossa : ed i segni di questo terribile sisma sono ancora visibili su alcune parti dell’edificio.
Di particolare interesse : il bel soffitto ligneo, il pulpito e la cantoria, con l’organo a canne scolpito e indorato; il magnifico battistero di pietra bianca lavorata; il simulacro di San Gregorio Magno, copia dell’originale in argento ( trafugato negli anni ‘70 del secolo scorso), realizzato dal messinese Filippo Juvara, e custodito nella bella cappella del Santissimo; e ancora, lo splendido trittico su tavola, di ispirazione bizantina, raffigurante al centro la Madonna con il Bambino, ed ai lati scene di vita di Gesù e di Maria.
Nella sacrestia, sono custodite numerose pregevoli opere, molte delle quali provenienti da altre chiese del paese ( che in passato ne contava oltre 30): tra queste, una copia dell’Ultima Cena di Leonardo.
La mattinata è trascorsa velocemente, e un po’ stanchi, ma soprattutto infreddoliti, per il vento gelido che si alternava ad una pioggerella fastidiosa, abbiamo raggiunto con particolare piacere il locale ove avremmo consumato il pranzo: il ristorante “ Il Campanile”, nel centro del paese: qui abbiamo apprezzato particolarmente sia il piacevole tepore che le gustose pietanze: una graditissima pausa, che ci ha ritemprato e rinvigorito.
Nel pomeriggio, era prevista una visita al Circolo Giovanni Verga ( o dei Nobili), anch’esso annoverato tra gli edifici storici più significativi, ma l’approssimarsi del tramonto e, soprattutto, la temperatura sempre più rigida, ci hanno indotto ad intraprendere con lieve anticipo la via del ritorno, comunque appagati per la bella giornata trascorsa in piacevole compagnia, sempre alla scoperta delle bellezze del nostro territorio.