L’Archeoclub ad Ispica e Donnafugata.
Archiviate le vacanze ( ma non le temperature estive, che continuano a regalarci magnifiche giornate di sole e di caldo), riprendono le nostre escursioni, alla scoperta delle bellezze della nostra magnifica isola.
Domenica 8 ottobre, di buon mattino, un nutrito drappello di cinquanta entusiasti gitanti sono partiti alla volta di Ispica, meta prescelta dal Consiglio Direttivo della nostra Associazione per la prima gita della stagione. Dopo un breve tragitto a bordo dell’autobus della Duca Viaggi, che da molti anni ci accompagna nei nostri bei tours, siamo arrivati alla nostra meta, la graziosa cittadina di Ispica, in provincia di Ragusa.
Qui, ad attenderci, la dott.ssa Alessandra Rusticò che per l’intera mattinata ci avrebbe guidato, con simpatia e competenza, alla scoperta delle bellezze del territorio.
Prima tappa, il palazzo Bruno di Belmonte, uno degli edifici più imponenti della città, splendido esempio dello stile liberty. La realizzazione del palazzo fu voluta dall’onorevole Bruno di Belmonte, membro di una delle più facoltose famiglie ispicesi, che lo commissionò, nel 1905, all’architetto Ernesto Basile ( esponente del modernismo e dello stile Liberty, autore di splendidi edifici sia in Sicilia che nel Continente).
L’on. le Bruno di Belmonte avrebbe voluto riunire in questa costruzione la sua numerosa famiglia, ma il suo desiderio non fu soddisfatto; lo scoppio della guerra mondiale, la morte della moglie e poco tempo dopo dello stesso Belmonte rallentò a dismisura i lavori, che furono parzialmente ultimati solo parecchi anni dopo il loro inizio ; ancora oggi restano da ultimare parecchi locali.
L’unica esponente della famiglia a stabilirsi nel palazzo fu la figlia Preziosa, che abitò però solo alcune stanze del piano terra. Alla sua morte, nel 1962, l’edificio fu acquistato dal Comune ed oggi è sede del Municipio.
L’edificio si eleva su tre piani, con due torri angolari, ed è caratterizzata, nella parte superiore, da una elegante fascia di decorazioni in maioliche policrome.
Dopo aver ammirato l’esterno del palazzo, siamo entrati al suo interno attraverso una corte sulla quale si affacciano le finestre dei piani superiori; un elegante scalone conduce ai piani superiori, ed è decorato da una magnifica ringhiera in ferro battuto, con foglie ed elementi floreali, che si intrecciano elegantemente sotto il corrimano.
Abbiamo quindi visitato le uniche tre stanze decorate dell’edificio, quelle appunto abitate da donna Preziosa.
Una breve sosta nel bel giardino, in cui sono coltivate rigogliose piante di agrumi, palme ed altre particolarissime varietà di alberi ed arbusti, ha concluso la nostra visita del palazzo.
Abbiamo quindi raggiunto la vicina Basilica di Santa Maria Maggiore, edificata nel corso del 1700, dopo il disastroso terremoto che distrusse gran parte della Sicilia Orientale e la stessa cittadina di Ispica. L’esterno si presenta in stile tardo barocco mentre, all’interno, gli elementi più rappresentativi sono costituiti dagli affreschi delle volte, opere del pittore Olivio Sozzi, che rappresentano episodi del Vecchio e Nuovo Testamento; curiosa è la leggenda che riguarda uno degli affreschi, nel quale si nota una lunga pennellata scura, che si dice fu lasciata dal pittore mentre precipitava dall’ impalcatura sulla quale lavorava: questa caduta costò al pittore la vita, ed egli fu seppellito all’interno della Chiesa. Il suo corpo mummificato, ritrovato nel corso di lavori, è ora custodito in una teca all’interno della “ casa della cera”, una cappella dedicata agli ex voto donati dai fedeli per grazia ricevuta, che rappresentano parti del corpo umano, o bambinelli con vesti rosse, tutti realizzati in cera.
In una cappella all’interno del Santuario è custodito l’intenso simulacro del Cristo alla Colonna, che viene portato in processione durante le celebrazioni della Settimana Santa, particolarmente sentite e partecipate nella cittadina, che ogni anno richiamano numerosi turisti.
La piazza antistante la Chiesa è chiusa da un magnifico loggiato semicircolare , realizzato nella metà del 1700 dall’architetto Vincenzo Sinatra, le cui aperture ( oggi chiuse da vetrate) in origine ospitavano laboratori e botteghe.
Il magnifico colpo d’occhio fornito dalla Basilica e dall’antistante loggiato ha ospitato numerosi set di film e fiction ( ricordiamo in particolare quelle tratte dai libri di Camilleri), facendo conoscere Ispica nel resto d’Italia ed all’estero.
Anche la scalinata della vicina Chiesa di San Bartolomeo ( dedicata all’originario patrono di Ispica) è stata teatro di alcune scene del celeberrimo film “ Matrimonio all’italiana “.
Successiva tappa della nostra visita della città è stata la strada Belvedere Lungocava che abbiamo raggiunto con una breve passeggiata attraverso la bella Piazza Unità d’Italia ( sulla quale si affaccia un altro pregevole edificio, il palazzo del cav. Antonio Bruno, realizzato dall’arch. Lanzerotti agli inizi del secolo scorso) ed il corso Vittorio Emanuele. La strada Belvedere Lungocava contorna in parte la periferia nord di Ispica e consente di poter ammirare dall’alto uno scorcio incantevole del tratto subterminale sud-est di Cava Ispica, profonda valle scavata dalla erosione creata da alcuni corsi d’acqua, che si estende per diversi chilometri sino alle vicine città di Modica e Rosolini, abitata sin dalla preistoria e che ospita diverse abitazioni rupestri. É caratterizzata dalla presenza di rocce mioceniche (era terziaria) grigio-cinerine e bianco-gialline, nonché da una ricca e varia flora (macchia mediterranea) e da fauna selvatica.
È possibile pure scorgere l’antica chiesa di “S. Maria della Cava”, di epoca medievale, risparmiata dal sisma della Val di Noto. A fianco della chiesetta, si estende il “Parco Forza”, che deve il suo nome alla piccola fortezza, dimora fortificata della nobile famiglia degli Statella, costruita su uno sperone roccioso, di cui si apprezzano ancora alcuni ruderi. Ai piedi della fortezza si estendeva l’antico abitato di Spaccaforno. (oggi Ispica). Dopo il disastroso terremoto del 1693, che rase al suolo quasi la totalità delle abitazioni, i cittadini si trasferirono nella vicina zona pianeggiante, dove sorse la nuova città di Ispica ( denominazione che si fa risalire al fiume Hyspa, da cui Hyspafornus, Spaccaforno, nome della città sono al 1935).
Ritornati verso il centro, abbiamo brevemente visitato la Basilica di Santa Maria Annunziata, caratterizzata da belle decorazioni in stucco, di stile rococò, realizzate dal palermitano Gianforma.
Ultima destinazione della mattinata, la Chiesa della Madonna del Carmelo di cui, purtroppo, abbiamo potuto ammirare solo la facciata esterna, in quanto già chiusa.
Situata nella parte più antica di Ispica, il suggestivo quartiere Cozzo Carmine, la Chiesa fu distrutta dal terremoto del 1693 e ricostruita durante il 1700; nella facciata si apprezzano alcuni bassorilievi di epoca medievale ed una targa riportante la data del 1632, nonché lo stemma della nobile famiglia Statella ( che curò la ricostruzione di questo e di molti altri edifici danneggiati dal terremoto): tutti elementi sicuramente recuperati dalla precedente costruzione .
Il complesso ospitava anche un convento di monaci carmelitani.
Il tempo è volato, e si è fatta l’ora di pranzo, che abbiamo consumato nel ristorante Jammola , nella vicina cittadina rivierasca di Donnalucata: un sontuoso buffet, in cui abbondavano crudi di pesce di ogni tipo, ostriche, gamberi rossi, cozze, fritturine di calamari, insalate di polpo, focacce di vari ripieni, ed innumerevoli altri gustosi piatti , ed ottimi dolci finali, hanno saziato anche gli appetiti più robusti. Al termine , per smaltire la grande abbuffata e schiarire i fumi del fresco vino Grillo consumato in abbondanza, alcuni soci si sono scatenati al ritmo delle musiche scelte dal disk jockey, diffuse dagli impianti del locale.
Concluso questo piacevole intermezzo, siamo risaliti sull’autobus per raggiungere l’ultima tappa della giornata: il Castello ed i giardini di Donnafugata .
In realtà, si tratta di una sontuosa dimora nobiliare della fine del 1800, appartenuta alla famiglia degli Arezzo, realizzata su un’area di oltre 8 ettari; anche in questo edificio sono state girate numerose scene di film e fiction ( ricordiamo la residenza del boss mafioso, nella serie del Commissario Montalbano).
Diverse le ipotesi sull’origine del nome; la più accreditata sembrerebbe quella di “donna affucata ( soffocata)”, riferentesi al ritrovamento di una donna morta appunto per soffocamento.
L’edificio, con una bella facciata neogotica nella quale si inserisce un’elegante loggia, si estende su tre piani, e conta oltre 100 stanze; noi ne abbiamo visitato circa una ventina, arredate con mobili ed arredi originali dell’epoca, che ci hanno fatto fare un salto all’indietro, nell’età delle ricche famiglie nobili ottocentesche : una teoria di eleganti ambienti ( la sala della musica , gli appartamenti del Vescovo, quelli della Principessa, la sala degli stemmi, etc.), dove è facile immaginare la vita degli eleganti “ gattopardi” .
Attorno all’edificio, si estende un monumentale parco, con innumerevoli specie arboree, e diverse installazioni ( grotte, fontane, un complesso labirinto ), che purtroppo non abbiamo potuto visitare, per l’ora tarda.
Una bella foto di gruppo ha concluso la nostra intensa giornata; stanchi, ma soddisfatti per le tante cose interessanti viste, siamo risaliti sull’autobus, che in un’oretta circa ci ha riportato alle nostre case, ancora una volta grati al nostro Presidente, prof. Filadelfio Inserra, ed al Consiglio Direttivo che lo collabora, grazie al cui impegno abbiamo trascorso un’altra piacevolissima giornata all’insegna della bellezza e della amicizia.