"La Via Sacra" del prof. Alfio Siracusano
Dopo la breve pausa natalizia, riprendono gli appuntamenti culturali organizzati dalla nostra Associazione.
Venerdì 26 Gennaio, nella suggestiva cornice del palazzo Beneventano, alla presenza di un folto pubblico, il prof. Alfio Siracusano ha presentato l’ultimo suo lavoro letterario, “ La Via Sacra”.
Ha introdotto la serata il Dr. Arcidiacono, titolare della casa editrice “ Duetredue”, che ha curato la pubblicazione del libro . Nel manifestare il suo legittimo orgoglio per questa opportunità , ha ricordato che questa è la terza delle opere del prof. Siracusano di cui ha avuto il piacere di curare la pubblicazione.
Ha preso quindi la parola il prof. Filadelfio Inserra, Presidente Archeoclub, che nel porgere i suoi saluti al prof. Siracusano ed a tutti gli intervenuti, ha rivolto un omaggio particolare alla prof.ssa Maria Arisco, indimenticabile past President della nostra Associazione , che, dopo la recente, dolorosa perdita del marito, ha voluto comunque essere presente alla serata, accolta dall’abbraccio affettuoso di tutti i presenti.
L’incontro è entrato nel vivo con l’intervento dell’avv. Nino Tribulato, noto professionista del Foro lentinese, recentemente prestato alla letteratura, ed apprezzato autore di un’opera pluripremiata ( Memorie della casa terrana).
L’avv. Tribulato, dopo un breve accenno alla personalità del prof. Siracusano, cardine e punto di riferimento della cultura del territorio, letterato mai banale, perché costringe il lettore a pensieri e profonde riflessioni, ha piacevolmente dibattuto con l’autore, approfondendo gli aspetti più significativi dell’opera, senza, ovviamente, “ spoilerare” la trama del libro, lasciando agli interessati lettori il piacere della sua scoperta.
Il dibattito è stato intervallato dalle intense letture fatte dalla prof.ssa Katia Cava ( apprezzata docente di un locale Istituto Comprensivo) di alcune delle pagine più significative del libro, che riprendevano e mettevano in risalto i commenti e le osservazioni del moderatore e dell’autore. Così, ad esempio, la capacità di Siracusano di penetrare la psicologia femminile, e più in generale, l’animo umano, emerge vivissima dal brano in cui si descrive il risveglio di Graziella, uno dei personaggi principali del libro, turbato dai laceranti ricordi del passato.
Questo è un libro che fa pensare, ha affermato l’avv. Tribulato: la storia in essa narrata, di per sé abbastanza semplice, è solo uno spunto, un grimaldello per sviscerare i temi più essenziali della vita umana.
La prima domanda che il moderatore rivolge all’autore riguarda il significato del titolo, che , in realtà, non ha riferimenti aulici, ma si riferisce alla “ via” che i devoti lentinesi percorrono durante la festività del Santo Patrono, Sant’Alfio, il 10 Maggio, che quindi ha un carattere sacro, ed è quella che porta al giusto, la via dell’etica, la ricerca della morale, che nel libro ha una fortissima valenza.
Il racconto è ambientato a Lentini, città dal glorioso passato, ma dal triste presente, culla di forti impegni politici, che oggi però
vive una triste condizione di degrado sociale, politico, economico, ambientale; e la crisi che vive il personaggio principale è lo specchio di quella più generale della società.
Il nome della protagonista, Graziella, è stato suggerito all’autore dal titolo di un libro dello scrittore francese Alphonse De Lamartine, in cui si narra di un amore puro, delicato e nel nome è evocata l’idea di dolcezza del personaggio principale.
La Via Sacra è un romanzo di formazione, le cui vicende delineano il carattere del personaggio: la tecnica utilizzata è quella del flashback, per cui gli accadimenti del passato giustificano e motivano il presente. Il passato che riemerge, con il suo carico di dolori e sofferenze, spiega ed in qualche modo giustifica il suo presente.
Numerosi, nel libro, sono i riferimenti alle tradizioni ed agli usi locali : la Festa del Patrono, il “ cunsolo”, i cannoli: questo perché l’opera deve evidenziare precisi collegamenti con la realtà dei luoghi e delle persone.
Forti sono i richiami alla religione cattolica, in particolare a Papa Francesco ed al suo modo dissonante di interpretarne i canoni: potrebbe sembrare strano, per un dichiarato non credente, come il prof. Siracusano.
Ma questa volontà dell’autore di confrontarsi con la religione deriva dalla convinzione che la crisi della società civile è determinata proprio dall’ azzeramento dei principi etici e morali e dal porre al centro di tutto il perseguimento dei propri interessi: il Vangelo ha posto le basi della autentica morale, affermando il principio dell’ uguaglianza di tutti gli uomini. Il colloquio, in una delle pagine più intense del libro, tra un ateo ed un credente ( letto ancora dalla prof.ssa Cava) svela il conflitto tra laicità e principi religiosi del Cristianesimo, tema, evidentemente, molto caro all’autore.
Nel romanzo si fa anche riferimento alla vicenda dell’assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, momento cruciale della storia recente del nostro paese: proprio perché nulla è casuale nell’opera di Siracusano, il riferimento a questo avvenimento ( che ha rappresentato l’apice della deriva etica e morale del paese, a suo tempo organizzato da diversi poteri forti proprio per impedire quella svolta positiva della situazione politica italiana fortemente perseguita da Aldo Moro) , è simbolo della deriva civile vissuta dal Paese.
Nell’opera di Siracusano molteplici sono poi i riferimenti culturali di alto livello: Bernanos e le sue opere, la considerazione che il dramma dell’umanità è la perdita dei riferimenti morali, ai quali occorrerebbe tornare, per evitare di perdersi: l’obbligo del dovere deve sostituire quello dei diritti , che oggi invece è quello imperante.
E ancora, la riflessione sulla morte, collegata con opere d’arte come la drammatica Pietà Rondanini di Michelangelo o il Cristo Morto di Mantegna; il saggio su Sisifo, di Albert Camus, in cui il personaggio della mitologia greca è rappresentato sotto una luce positiva, poiché consapevole dei suoi limiti e pronto ad assumere su di sé il proprio destino; la Parresia di Socrate, il “ parlare a sé stessi “, senza nascondere nulla, e la sua analogia con il sacramento della confessione, nella religione cattolica.
Insomma, tanti spunti di riflessione e di approfondimento, che hanno suscitato un notevole interesse nel pubblico presente.
Con i saluti del prof. Inserra, e la consegna alla professoressa Cava di un omaggio floreale, si è conclusa questa interessante serata, che ha dato modo agli intervenuti di approfondire la conoscenza di uno dei personaggi più significativi della vita culturale della nostra realtà territoriale e della sua eclettica produzione letteraria.