Il patrimonio storico artistico salvato dalle macerie del terremoto del 1693.
Quelli con il prof. Paolo Giansiracusa sono da sempre incontri imperdibili per i soci della nostra Associazione, che da tempo ha avviato con il prestigioso studioso una intensa collaborazione, attuatasi in numerose conferenze sui più svariati argomenti di storia dell’arte e culminata, nell’anno 2017, con il conferimento, allo stesso, del premio Pisano Baudo, assegnato dall’Archeoclub agli esponenti più prestigiosi della cultura del territorio.
Venerdì 19 Aprile, nella prestigiosa cornice della Chiesa della Santissima Trinità e san Marziano, il prof. Giansiracusa ci ha ancora una volta affascinato, con il suo racconto di alcuni tesori artistici del nostro territorio, salvati dalle rovine del drammatico evento tellurico verificatosi nella Sicilia Orientale nel 1693.
In una chiesa gremita di soci e interessati ascoltatori, il nostro Presidente, prof. Filadelfio Inserra, dopo gli iniziali saluti e ringraziamenti al relatore, ha subito ceduto la parola a padre Renato Corso, da qualche mese nuovo parroco della Ss. Trinità. Questi ha manifestato la propria gioia, nell’ospitare l’evento, che ritiene occasione importante per fare conoscere ed apprezzare i tesori della Chiesa stessa, che devono essere considerati patrimonio della intera collettività, nutrimento della mente e dello spirito.
Il prof. Giansiracusa ha quindi dato avvio all’incontro, presentando gli ultimi due numeri ( il 23 e 24) dei Quaderni del Mediterraneo, prestigiosa collana di studi e ricerche sui beni culturali di cui lo stesso prof. Giansiracusa è ideatore e coordinatore.
In questi numeri sono pubblicati articoli che trattano di argomenti relativi al patrimonio artistico del nostro territorio, in particolare degli elementi cinquecenteschi, in genere poco attenzionati dagli studiosi della materia. Tra questi, particolare attenzione è riservata a due opere marmoree, il Mausoleo di Eleonora Branciforti e la statua della Madonna della Catena, entrambe originariamente custodite nella Chiesa della Madonna della Catena, e ritrovate pressoché indenni, dopo il disastroso sisma del 1693. La prima opera, monumento funebre della giovane figlia di una nobile famiglia lentinese, opera dello scultore messinese G.B. Mazzolo, alla fine del ‘800 è stata trasferita al museo di Palazzo Bellomo di Siracusa, con un atto di imperio che già all’epoca suscitò vive proteste nella popolazione lentinese.
E nel numero 23 dei Quaderni del Mediterraneo è pubblicata proprio la corrispondenza con la quale l’archeologo Paolo Orsi cercava di giustificare il trasferimento dell’opera.
Sulla provenienza della statua della Madonna della Catena, oggi custodita nella Chiesa Madre di Sant’Alfio, sono state avanzate diverse ipotesi, alcune anche parecchio fantasiose: si è parlato di una provenienza veneziana, ma le caratteristiche dell’opera sono tipiche della scultura siciliana. Neppure l’attribuzione allo scultore Antonello Gagini appare condivisibile, per le diverse caratteristiche e peculiarità dell’opera.
Un’altra tipologia di opere recuperate quasi indenni dalle macerie del sisma sono alcuni pregevoli reperti lignei: uno di questi, di particolare pregio, è il polittico collocato nell’arcata destra proprio della SS. Trinità. E seguire le affascinanti descrizioni del prof. Giansiracusa alla presenza dell’opera stessa ha rappresentato, indubbiamente, un valore aggiunto.
Il polittico è composto da tre quadri superiori e tre inferiori; nei primi sono rappresentati San Benedetto, Santa Scolastica e, al centro, la Trasfigurazione; nei secondi, San Paolo, San Pietro ed, al centro, la Natività. Per il tonalismo con cui l’opera è concepita, la stessa si presenta con un carattere prettamente cinquecentesco: le figure non hanno più una linea netta di demarcazione, nei quadri superiori il fondale azzurro unifica armoniosamente le tre scene rappresentate.
L’opera è ricca di elementi simbolici: nella Natività, l’agnello portato in dono dai pastori richiama il sacrificio di Cristo, i carciofi, ricchi di spine, ricordano le sue sofferenze; nella Trasfigurazione, il Cristo è inserito in una mandorla, che simboleggia l’unione del divino e dell’umano.
Il polittico è stato trasferito a Siracusa alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso per essere restaurato ed esposto in una mostra, ma poi restituito alla originaria sede. L’unica parte del dipinto non recuperata è la cornice lignea, di stampo gotico.
Altra opera di notevole rilevanza è “ L’Esaltazione della Croce”, un dipinto su tavola, proveniente dal Convento dei Cappuccini ed oggi ospitato nella Chiesa di San Luca, della seconda metà del Cinquecento che, per la composizione della scena, il prof. Giansiracusa collega all’atmosfera ed ai contenuti del concilio tridentino.
Tornando alla collana editoriale dei Quaderni del Mediterraneo il relatore ha poi brevemente accennato all’articolo pubblicato sul n. 24, che tratta della comunità ebraica a Lentini, e del suo impianto urbanistico, attraverso l’analisi di diversi documenti che vanno dal XIV al XVI secolo.
In questo numero, si tratta pure della statua della Maddalena, oggi ospitata nella Chiesa di Santa Maria Maddalena, a Buccheri: l’opera risale agli inizi del 1500 ( in un documento, datato 15.8.1507, viene citato l’accordo tra la confraternita committente l’opera ed il Gagini, nella cui bottega palermitana fu realizzata); il sisma del 1693 la danneggiò lievemente, e la statua fu trasferita nella Chiesa appositamente costruita nella parte bassa del paese, i cui lavori si protrassero per diversi anni, ed alla cui realizzazione vennero chiamati illustri marmisti di Catania. La statua rappresenta Maria Maddalena che avanza, mentre le vesti aderiscono al corpo, con un sensualissimo effetto: di particolare pregio, il piedistallo della statua.
Concludendo l’incontro, il prof. Giansiracusa ha ricordato che la collana editoriale da lui diretta è nata nel 1993, in occasione del trecentesimo anniversario del terremoto del 1693, proprio per non dimenticare i nostri valori ed i simboli della nostra civiltà e mantenere vivo il ricordo della nostra identità culturale.
L’incontro si è concluso con alcuni brevi interventi del pubblico: il prof. Pippo Cosentino, past President della Associazione e attuale Responsabile Regionale, ha sollecitato un forte impegno della collettività per il ritorno nella nostra città del Mausoleo di Eleonora Branciforti, così come sta avvenendo per il Kouros che, dopo anni di petizioni, richieste, raccolte di firme e proteste, sarà finalmente ospitato nel Museo Archeologico di Lentini.
Il prof. Caponetto, già dirigente scolastico, originario della vicina cittadina di Francofonte, ha sollecitato un incontro sulle bellezze artistiche della propria città, che il prof. Giansiracusa ha assicurato di offrirci, prima o poi, ricordando alcuni dei tesori del paese: il palazzo Cruyllas, la Madonna della Neve.
Si è così conclusa questa interessante serata, che, ancora una volta, ci ha dato l’opportunità di conoscere e apprezzare l’affascinante mondo dell’arte, attraverso il racconto sempre emozionante del prof. Giansiracusa.