Gli Dei rubati
Archeomafie a Morgantina
Nella prestigiosa cornice del Palazzo Beneventano si è svolto nel pomeriggio del 17.11.2023 un incontro organizzato dalla nostra Associazione con la Dott.ssa Serena Raffiotta, archeologa e guida turistica.
Già in occasione della bella gita effettuata nello scorso mese di Marzo, parecchi soci avevano avuto modo di apprezzare la notevole competenza e grande simpatia della dott.ssa Raffiotta, che ci aveva guidato alla scoperta di Aidone e del parco archeologico di Morgantina.
In quella occasione, i suoi avvincenti racconti dei rocamboleschi recuperi dei reperti archeologici trafugati e della lotta ai ladri di antichità avevano suggerito al Presidente ed al Consiglio Direttivo della nostra Associazione la opportunità di organizzare una conferenza su questo interessante argomento. E, aderendo al nostro invito, la dott.ssa Raffiotta ha dato la sua piena disponibilità.
Dopo i saluti, il Presidente, prof. Filadelfio Inserra, ha ringraziato la relatrice, riferendone il corposo curriculum : laureata in Lettere, con Indirizzo archeologico, e specializzata in Archeologia Classica presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Catania, con Master di primo e secondo livello, in Archeologia Giudiziaria e Strumenti di supporto alla conoscenza del patrimonio culturale ; ha preso parte a numerose campagne di scavo, in Italia ed all’estero, in particolar modo nel Parco Archeologico di Morgantina; collabora con diversi Istituzioni ( Museo Archeologico e Comune di Aidone, Sovrintendenze siciliane, Università etc.); svolge intense attività didattiche finalizzate alla conoscenza del patrimonio culturale; collabora con i Carabinieri del reparto Tutela Patrimonio Culturale; già’ Assessore al Patrimonio Culturale e Turismo del Comune di Aidone; autrice di numerose pubblicazioni a carattere archeologico; titolare di abilitazione a guida turistica.
La relatrice ha preso quindi la parola, ringraziando i numerosi soci e ospiti presenti, e ricordando i suoi stretti rapporti con l’Archeoclub, di cui la stessa è socia della Sede di Aidone: nel 1999 è stata fra i soci fondatori dell’Archeoclub di Enna.
È entrata quindi nel vivo dell’incontro, soffermandosi sui suoi profondi legami con il parco archeologico di Morgantina, al quale la legano intensi ricordi di giovinezza : qui infatti la famiglia aveva una proprietà e, da adolescente, la stessa aveva avuto modo di seguire da vicino gli scavi, condotti da una missione di studiosi statunitensi, appassionandosi allo studio dell’archeologia e ponendo le basi del suo futuro impegno lavorativo.
Morgantina è un punto di riferimento imprescindibile per lo studio delle terrecotte, e in generale della civiltà greca.
Come Enna, definita “umbilicus Siciliae”, Aidone ed il limitrofo parco di Morgantina si trovano al centro dell’isola: estesa su un’area immensa ( 92 ettari, che comprendono terreni demaniali e proprietà private), Morgantina ha mantenuto praticamente intatta la sua originaria struttura architettonica, in quanto la città nuova ( Aidone) è stata edificata in un sito diverso, e su quello archeologico non sono state realizzate successive sovrastrutture. Ancora oggi, infatti, i reperti emergono con grande facilità; in atto, una minima parte dell’ insediamento è stato portato alla luce, e buona parte dell’antica città è ancora sottoterra, ma ciò è che emerso ci dà la precisa idea di una città dall’urbanistica regolare, con un eccellente piano regolatore.
Con l’ausilio di alcune slides, la relatrice ha mostrato alcune tra le più significative parti dell’antica città : il teatro, l’ecclesiasteron, alcuni pregevoli mosaici.
Il primo insediamento è dei Morgeti ( antica popolazione Sicula), nel 1000 avanti Cristo.
Successivamente, nel VI secolo a.c., vi giunsero coloni Greci di provenienza calcidese, trasformando l’insediamento di capanne in una città con costruzioni monumentali.
La città passò , quindi, sotto l’egemonia di Siracusa, e dopo la sua caduta, fu conquistata dai Romani ( II sec. A. C,).
La sistematica ricerca archeologica iniziò nel 1950, ma, in precedenza, anche Paolo Orsi aveva avviato alcuni scavi.
Nel 1955 una missione americana dell’Università di Princetown iniziò una campagna di scavi razionale, finanziata, inizialmente, anche dal governo svedese: il re Gustavo VI, soprannominato “ il re Archeologo” proprio per questa passione, prese direttamente parte agli scavi, che proseguono ancora oggi .
Dopo questo breve ma dettagliato excursus sulla storia di Morgantina, la dott.ssa Raffiotta è passata a trattare l’argomento più interessante della sua relazione, quella delle Archeomafie, ovvero delle organizzazioni criminali che operano nel settore degli scavi clandestini, del furto, e del traffico illecito di reperti archeologici, fenomeno particolarmente grave a Morgantina .
I tombaroli iniziarono a saccheggiare l’area archeologica a partire dal 1960, quando la zona, solitaria e particolarmente inaccessibile, non era neppure recintata .
Questa attività di reiterata spoliazione danneggiò pesantemente il sito: i tombaroli, in massima parte locali, intravvedendo nell’attività criminosa grandi possibilità di guadagno, svolsero una attivissima opera di trafugamento dei reperti più significativi, rivenduti poi a trafficanti senza scrupoli che, a loro volta, li cedevano a ricchi privati o a musei esteri, soprattutto americani
Morgantina tuttavia è riuscita a recuperare buona parte dei reperti trafugati. Tra questi, i più significativi sono la Dea di Morgantina, gli acroliti (statue delle dee Persefone e Kore), la testa di Ade, tutti provenienti da contrada San Francesco Bisconti, e tutti rappresentanti divinità protettrici dell’agricoltura, attività preminente dell’economia di Morgantina.
La scoperta delle attività delinquenziali nella zona di San Francesco Bisconti, diede il via ad una intensa opera di ricerca, da parte delle forze dell’ordine, degli oggetti trafugati, il cui successo è stato spesso legato ad occasioni fortuite.
Ad esempio, la cattura di un tombarolo di Aidone consentì di scoprire che erano state trafugate due teste bianche e dei preziosi argenti.
Contemporaneamente, la notizia della esposizione presso il Paul Getty Museum di Malibù di due teste, attribuite a Persefone e Kore fece scattare il sospetto che si trattasse delle sculture trafugate a Morgantina: dopo anni di lunghe e complesse indagini, finalmente il Paul Getty Museum riconobbe la provenienza illecita delle opere e le restituì nel 2009 al Museo Archeologico di Aidone, ove sono tuttora esposte. Stessa sorte toccò, nel 2010, ai preziosi argenti ( uno dei quali raffigurante il mostro marino Scilla, pezzi rarissimi, in quanto nella cultura greca esistono pochi esempi di argenti così finalmente cesellati) , che erano stati acquistati dal Metropolitan Museum di New York, e restituiti quando fu dimostrata la illecita provenienza degli stessi.
E ancora, la Dea di Morgantina, nel 2011, ( che in realtà raffigura Demetra), recuperata, dopo un complicatissimo contenzioso, dal Museo Getty di Malibù, che l’aveva acquistata, per una somma ingentissima, da un trafficante svizzero; le indagini svolte per accertare l’autenticità dell’opera avevano consentito di stabilire che la stessa era realizzata in calcarinite di Comiso, la famosa pietra bianca, confermando quindi la provenienza siciliana.
Con l’esposizione di questa statua, il Museo di Aidone conobbe un eccezionale afflusso di pubblico, probabilmente anche per il clamore mediatico che la vicenda del recupero aveva suscitato.
Altro rocambolesco recupero: quello della testa di Ade, in cui la dott.ssa Raffiotta ha avuto una importante parte.
La relatrice, infatti, aveva elaborato una ricerca delle piccole terrecotte votive, custodite nei magazzini del museo di Aidone, pubblicandone un catalogo.
Tra i reperti catalogati , un piccolo ricciolo. Una studiosa italiana operante in America, alla quale la dott.ssa Raffiotta aveva donato la sua pubblicazione, aveva ricollegato il ricciolo alla testa di Ade, esposta sempre nel museo americano Paul Getty, che presentava le stesse caratteristiche di scultura.
Il destino ha consentito così la sicura individuazione del reperto, di cui appariva chiara la provenienza, e quindi il museo si è trovato costretto alla restituzione dell’opera, rientrata prima a Palermo e poi ad Aidone, nel cui museo è esposta dal 2016.
Altro reperto di cui potrebbe essere richiesta la restituzione è il cosiddetto “ Trono di Vienna” , al quale potrebbero appartenere alcune statuette che probabilmente ornavano l’opera, già custodite nei magazzini del Museo di Aidone, oggetto di studio della dott.ssa Raffiotta, e illustrati nella sua pubblicazione.
A conclusione della sua relazione, la relatrice si é soffermata sul valore del patrimonio culturale come identità della comunità, citando, ad esempio, le iniziative degli studenti di Aidone che scrissero una lettera a Jackie Kennedy ( compagna del magnate che aveva detenuto nella propria abitazione alcuni dei reperti trafugati a Morgantina) perché restituisse il maltolto.
Ha altresì ricordato il valore dell’attività dell’Archeoclub per il recupero dei beni trafugati, e l’organizzazione delle manifestazioni in costume che ogni anno si svolgono nel parco Archeologico di Morgantina, che richiamano numerosi turisti.
È di fondamentale importanza educare le giovani generazioni ad apprezzare il proprio patrimonio culturale, che può essere una grande risorsa per il rilancio economico di tutta la comunità; esigenza che però spesso si scontra con la mancanza di una fattiva mentalità imprenditoriale.
A conclusione dell’incontro, è intervenuto il prof. Cosentino, past President della nostra sede e coordinatore regionale dell’Archeoclub, che ha ricordato come anche la nostra città abbia subito importanti “ spoliazioni “ : il Kouros, rinvenuto nel territorio di Lentini, che nonostante annose promesse, continua ad essere esposto a Siracusa e Catania , il Mausoleo di Eleonora Branciforti, appartenente alla Chiesa della Catena di Lentini, ma custodito prima nei magazzini e poi esposto al Museo Bellomo di Siracusa.
La bella serata si è conclusa con l’offerta alla dott.ssa Raffiotta di un colorato omaggio floreale, del gagliardetto della nostra Associazione, e di un quadro con la riproduzione del Tetradramma di Leontinoi, la moneta più famosa della antica città greca, come segno della nostra riconoscenza per il suo interessantissimo racconto di Morgantina e delle sue straordinarie vicende.
Rosa Roccaforte