Prometeo, La Pace, Medea -
Mito ed attualità.
Incontro con il prof. Alfio Siracusano.
Uno degli appuntamenti più attesi della nostra Associazione è la partecipazione alle prestigiose rappresentazioni classiche che annualmente si tengono, a cura dell’Inda ( Istituto Nazionale del Dramma Antico) presso il Teatro Greco di Siracusa.
Anche quest’anno i soci hanno aderito in buon numero all’iniziativa, per assistere tutti assieme alle due tragedie in cartellone in questa stagione, “ Il Prometeo Incatenato” e “ Medea”, mentre per la “Pace “, terza opera in programma , non si è raggiunto un sufficiente numero di adesioni.
Ma, come è ormai tradizione, prima di assistere alle rappresentazioni , la nostra Sede ha organizzato un incontro con il prof. Alfio Siracusano ( ex docente di materie letterarie, e dirigente scolastico nonché fine intellettuale, autore di numerosi scritti), per introdurci nelle affascinanti atmosfere delle opere in programmazione.
L’appuntamento era fissato per il pomeriggio del 18 Maggio, nella prestigiosa cornice del Palazzo Beneventano.
Dopo i saluti ed i ringraziamenti del Presidente, prof. Filadelfio Inserra, il prof. Siracusano ha dato avvio alla sua dotta relazione, complimentandosi per la scelta della locandina dell’evento, che evoca un’atmosfera di grazia ed armonia, in contrasto con le atmosfere cupe della tragedia, ed esprime il desiderio e la speranza di pace cui tende l’essere umano.
Ha precisato quindi che la sua sarebbe stata una lettura attualizzata delle opere in programma, con una particolare attenzione al richiamo ai problemi della società odierna.
Comune denominatore delle tragedie è l’”ananke”, il fato, la necessità, con il quale l’uomo deve sempre confrontarsi, e che condiziona ogni sua azione.
Nel mondo greco, la tragedia rappresentava il momento più alto della vita civile, per gli aspetti etici, politici e religiosi che racchiudeva.
A noi è rimasta solo una piccola parte della produzione dei grandi tragediografi , circa il 5%, mentre il resto è andato perduto.
Le opere proposte nella corrente stagione presentano tutte e tre elementi di forte attualità: il Prometeo affronta il tema della aspirazione dell’eroe ad essere utile e portare vantaggio ai suoi simili, e della sua resistenza alla cieca violenza del tiranno; la Medea quello della condizione femminile, la Pace quello della aspirazione dell’uomo alla cessazione di ogni conflitto.
Il Prof. Siracusano è poi passato all’analisi delle singole opere:
IL PROMETEO INCATENATO, di Euripide;
Rappresentato la prima volta nel 460 a.c., faceva parte di una trilogia, che comprendeva altre due tragedie, andate perdute: il “Prometeo liberato”, ed il “Prometeo portatore di fuoco”.
La tragedia narra le vicende di Prometeo che riporta agli uomini il fuoco, che Zeus in precedenza aveva sottratto loro, restituendo ad essi la possibilità di progresso e conoscenza, e che per questo atto di ribellione è punito dal dio, che lo incatena ad una rupe.
Per comprendere l’intrinseco significato dell’opera, il relatore si rifà al periodo storico il cui la stessa fu composta: la Grecia era nel pieno del suo successo, dopo la vittoria sull’esercito persiano. E Prometeo incarna il prototipo dell’eroe che rappresenta il meglio dell’uomo, non si piega alla tirannia del dio; in lui opera un criterio etico di giustizia, è un simbolo di progresso e libertà, ed incarna quel principio di legge morale che deve governare la storia dell’uomo e che ha ispirato le più importanti rivoluzioni ( in primis, quella Francese).
MEDEA di Euripide.
La tragedia si riallaccia al mito di Giasone e degli Argonauti. Medea, abbandonata dal compagno Giasone per sposare la figlia del re di Corinto, si vendica uccidendo i figli che aveva avuto da Giasone, infliggendogli il dolore più atroce che un uomo possa provare; con Euripide la tragedia assume contorni umani.
Medea è un personaggio che si ribella alla condizione femminile dell’epoca ( la donna non aveva il diritto di cittadinanza, non poteva votare nella boule’ e poteva essere giustiziata dal marito, se colta in flagrante adulterio) ed afferma con forza il diritto al rispetto della sua personalità.
Alla forza di Medea, si contrappone la meschinità dei personaggi maschili: Giasone, che giustifica il suo tradimento con banali ragioni di convenienza (la volontà di assicurare a Medea ed ai suoi figli un futuro più sicuro ed agiato), o il re Creonte, che la esilia.
Euripide intuisce quindi il problema della parità della donna, e ci presenta un personaggio di incredibile attualità.
LA PACE di Aristofane
La commedia venne rappresentata per la prima volta nel 421 a.c, e anche questa opera è notevolmente influenzata dal periodo storico in cui fu composta : la pace di Nicia, da poco sottoscritta, alimentava infatti notevoli speranze per il futuro di Atene, dopo la lunga guerra con Sparta.
L’opera narra le intricate vicende di Trigeo, umile contadino, stanco della guerra e della incapacità degli uomini di porre fine alle sofferenze che la stessa comporta, che si fa consegnare la pace da Zeus e la porta sulla terra; ed il premio che otterrà per la sua meritoria impresa saranno le nozze con Opora, una bellissima donna.
L’attualità della commedia risiede proprio nell’elogio della pace, in maniera così forte e convinta: la guerra è sempre stata il peggiore di tutti i mali, e le drammatiche immagini che ci giungono oggi dalla martoriata Ucraina lo testimoniano in modo indubitabile.
Con i ringraziamenti del Presidente al prof. Siracusano ed i saluti agli intervenuti, si è concluso questo interessante incontro, che ci ha preparato alla prossima visione delle rappresentazioni classiche, fornendoci interessanti spunti di interpretazione ed approfondimento.