La Chiesa della SS. Trinità e S. Marziano: interrogativi e curiosità
Particolarmente accattivante, il titolo scelto per l’incontro, organizzato dalla nostra Associazione, che si è svolto nel pomeriggio di Mercoledì 12 Aprile u.s. Nell’incantevole scenario della Chiesa della SS. Trinità e San Marziano, nota ai lentinesi anche con l’appellativo “ La Badia” , numerosi soci e diversi ospiti si sono ritrovati per ascoltare il racconto degli aspetti meno noti di questo pregevole edificio religioso, fatto da Carlo Maci, profondo conoscitore dell’archeologia, architettura, storia del territorio, Presidente della locale Associazione “ Gruppo Archeologico Leontino”, ben noto ai soci dell’Archeoclub per i numerosi incontri con la nostra Associazione.
Dopo i saluti del nostro Presidente, prof. Filadelfio Inserra, ed i ringraziamenti al parroco della Chiesa, don Bruno Dattilo, per la cortese ospitalità concessaci, è intervenuto il Sindaco avv. Rosario Lo Faro, che ha parlato dei suoi ricordi d’infanzia legati alla Chiesa, all’epoca vivace centro di aggregazione giovanile, e del suo affettuoso legame con Don Dattilo,
Ha quindi preso la parola il relatore, che ha tenuto a precisare che la sua non sarebbe stata una dotta conferenza, bensì uno scambio di idee ed opinioni, che avrebbero dovuto suscitare negli ascoltatori la curiosità ed il desiderio di approfondimento : un diverso approccio alla conoscenza, quindi, che non deve dare per scontati dati già acquisiti, ma deve indurre a sempre maggiori ricerche.
Per il relatore, il convincimento che la Chiesa della SS. Trinità sia monumento nazionale, come riportato da molte fonti, non è suffragato da elementi concreti: in un elenco degli edifici monumentali della provincia di Siracusa, pubblicato agli inizi del secolo scorso, la Chiesa non è citata, né risultano altri documenti in cui questa circostanza venga riportata.
Una delle fonti a cui si fa maggior riferimento, per quanto riguarda la storia di Lentini e dei suoi monumenti, è “ La storia di Lentini antica e moderna “, di Sebastiano Pisano Baudo: egli afferma che nel 1312 venne costruito sul colle Tirone un monastero di Santa Chiara, e che nel 1318 fu fondato un altro monastero francescano, intitolato alla SS. Trinità e S. Marziano, nella “ terra dei cosentini” presso la Parrocchia di San Pietro. Il terremoto del 1542 distrusse questo monastero, e le monache vennero ospitate in un fabbricato messo a disposizione dalla nobile famiglia dei Falconi, vicino alla Chiesa di Sant’Andrea ed a quella di Santa Maria la Cava; nel 1543 venne aggregata al monastero la Chiesa di S. Marziano. Negli anni successivi, le monache si divisero in due comunità, una presso il sito del monastero originario, una presso il nuovo sito.
l terremoto del 1693 distrusse interamente i suddetti monasteri che vennero riuniti quindi sotto il nome di SS. Trinità e San Marziano, ed ospitati in un nuovo edificio eretto nel 1705 sui ruderi del palazzo Falcone ( il cui stemma è ancora visibile all’esterno della Chiesa), mentre la Chiesa venne ricostruita sul terreno ove sorgeva, secondo il Pisano Baudo, il palazzo “ La Palumba ”.
Il relatore, citando alcuni ritrovamenti archeologici, e facendo riferimento agli stemmi delle famiglie nobili del tempo ( gli Orsini/Orsilei, alias i Beneventano, i Bonfiglio, i Falcone) ha contestato questa ultima affermazione, sostenendo che in realtà il monastero e la Chiesa siano stati edificati su terreni di proprietà della stessa famiglia Falcone: la citazione del palazzo “ La Palumba ” deriva probabilmente dall’equivoco sorto in merito allo stemma della famiglia Falcone : l’uccello riprodotto nello stemma, un falco, fu scambiato per una colomba.
Dopo questa complessa ma intrigante ricostruzione, Carlo Maci si è soffermato sul pregevole affresco sul soffitto centrale della Chiesa, rappresentante la Gloria della SS. Trinità e dei Santi ( S. Marziano, Santa Chiara, San Benedetto e San Francesco), opera del pittore Sebastiano Lomonaco, autore di analoghi affreschi presso il salone delle feste di Palazzo Biscari a Catania, un monastero di clausura di Sortino, una Chiesa di Siracusa, tutti realizzati con la stessa impostazione.
L’affresco conferma che il convento fosse di pertinenza sia francescana che benedettina, per la compresenza di San Francesco e Santa Chiara assieme a San Benedetto .
Altra conferma della presenza benedettina nel convento è data dal polittico, custodito sulla sopraelevazione dell’Altare della Natività nella seconda arcata destra.
Il polittico è composto da pannelli raffiguranti San Benedetto, Santa Scolastica, la Trasfigurazione, la Natività, San Pietro Apostolo e San Paolo Apostolo. Per maggiori approfondimenti sull’argomento, il relatore ci ha invitati alla lettura di un suo articolo sull’ultimo numero della rivista “ I quaderni del Mediterraneo ”.
Al termine dell’incontro, è intervenuta, per un breve saluto, l’Assessore alla Cultura del Comune di Lentini, arch. Cristina Stuto, che ha accennato ai consistenti finanziamenti previsti, con i fondi del PNRR, per la Chiesa della SS. Trinità e per quella di San Francesco di Paola.
Con alcuni interventi da parte del pubblico, si è concluso questo stimolante incontro, che ci ha dato l’opportunità di apprendere nuovi ed interessanti aspetti di questo importante monumento, e di approfondire la conoscenza della sua storia.
Rosa Roccaforte