Caravaggio in Sicilia, tra il 1608 ed il 1609
Si susseguono gli incontri organizzati dal nostro Club Service in occasione del 2750mo  anniversario della fondazione della nostra Città. Nella serata del 18 Maggio, ci siamo ancora una volta riuniti nella splendida cornice della nostra   Chiesa Madre, per ascoltare l’affascinante racconto del prof. Paolo Giansiracusa sul periodo siciliano di Caravaggio. 
Anche in questa occasione, l’evento si è svolto in presenza, ( oltre che in streaming, sulle pagine Facebook della nostra Associazione e di Leontinoi 2021), nel massimo rispetto della normativa antiCovid, sul quale vigilavano, con la consueta diligenza, alcuni volontari dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato, sempre pronti a dare il proprio supporto alla collettività. 
Grande la gioia dei soci, e dei graditi ospiti, nel ritrovarsi, nel tornare ad una socialità oltremodo sacrificata nei mesi trascorsi, con la comune speranza che questa sia davvero una ripartenza, stavolta definitiva.
Don Maurizio Pizzo, Parroco della Chiesa Madre, ha rivolto un breve saluto agli intervenuti, manifestando il proprio apprezzamento per queste iniziative , che rappresentano un valore aggiunto per il nostro territorio , definendole veri e propri “ ammortizzatori culturali”, grande supporto alla valorizzazione della nostra identità culturale 
Ha introdotto l’incontro, a nome del Comitato Leontinoi 2021, organizzatore degli eventi,  Luca Fazzino, che ha anche rivolto un commosso pensiero al grande Franco Battiato, scomparso nella stessa giornata.
Il nostro Presidente, prof. Pippo Cosentino, èConferenza Giansiracusa quindi entrato nel vivo della serata, introducendo l’argomento dell’incontro, ( ricordando come proprio  una  Natività del Caravaggio è stata scelta come immagine dell’Icona natalizia del nostro Club) ed il suo relatore, il prof. Paolo Giansiracusa, esimio studioso e critico d’arte, già docente  universitario , titolare della Cattedra di Storia dell’Arte all’Accademia delle Belle Arti di Catania, autore di numerose pubblicazioni e direttore della rivista “ Quaderni del Mediterraneo”, collaboratore di prestigiose istituzioni, come l’I.N.D.A.: un curriculum ricchissimo, difficile da sintetizzare... ma , per i soci della nostra Associazione , un personaggio ben conosciuto, per aver in tante occasioni tenuto interessantissime conferenze sui più disparati temi artistici, oltreché per essere stato destinatario del nostro premio Pisano Baudo, come noto assegnato a personalità che si sono distinte nella tutela  e diffusione del patrimonio artistico/culturale del territorio.
Il prof. Giansiracusa ha quindi preso la parola, complimentandosi innanzitutto con il prof. Cosentino per il prestigioso incarico di recente ottenuto di Coordinatore Regionale dell’Archeoclub, e formulandogli i migliori auguri di una proficua attività sempre rivolta alla valorizzazione del nostro immenso patrimonio artistico, culturale, paesaggistico.
Il relatore è quindi entrato nel vivo della serata, che aveva ad oggetto, come detto , la affascinante figura di Caravaggio, e la sua attività, in particolare nel biennio ( 1608/1609) del suo soggiorno siciliano.
Quella di  Caravaggio è una figura complessa, difficile, oggetto di innumerevoli studi, che non hanno tuttavia chiarito alcuni punti oscuri della sua biografia e della sua opera. 
Ad esempio, citando le conclusioni del critico d’arte Enrico Mauceri, il prof. Giansiracusa ritiene errata la datazione del  dipinto l’Adorazione tra i Santi Francesco e Lorenzo, custodito nell’Oratorio di San Lorenzo a Palermo, già attribuita al periodo siciliano, è invece presumibilmente di epoca parecchio antecedente ( probabilmente fine ‘500, nel periodo romano dell’’artista), come confermerebbero precisi dettagli stilistici; ciò metterebbe anche in dubbio la presenza dell’artista a Palermo.
La stessa data e il luogo di nascita dell’artista sono state per lungo tempo incerte : solo grazie alle ricerche di uno studioso, che nella Chiesa di Santo Stefano in Brolo , a Milano, rinvenne l’atto di battesimo di Caravaggio , si è potuto stabilire che l’artista nacque a Milano il 29 Settembre 1571. 
Anche la data, il luogo e la causa della sua morte sono tuttora sconosciuti.
Il padre si chiamava Fermo Merisi e la madre Lucia (curioso richiamo manzoniano....).  Il padre, capomastro alle dipendenze del marchese di   Caravaggio ( appartenente ad una delle famiglie più potenti d’Europa, imparentata con i Colonna-Sforza), morì di peste quando Il figlio aveva solo sei anni.
Il fanciullo andò a bottega  da un certo Simone  Pederzano, che si dichiarava allievo di Tiziano, ed esponente della pittura Lombardo-Veneta. Durante un viaggio a Venezia, assieme al suo maestro, probabilmente Caravaggio si fermò a Padova, nell’Oratorio di San Giorgio, dove ebbe modo di ammirare gli affreschi realizzati  da pittori trecenteschi, che narravano le storie di Santa Lucia, in particolare la sua sepoltura : queste opere sicuramente lo colpirono per il ricordo della madre, e influenzarono  il suo dipinto realizzato a Siracusa.
Dopo l’apprendistato, L’artista inizia l’attività propria: le sue ultime notizie a Milano risalgono al 1592, quando il pittore divide con i fratelli l’eredità dei genitori.
Dopo questa data, non si hanno più notizie certe, ma, dopo qualche anno, ritroviamo Caravaggio a Roma: ambiente in cui è difficile inserirsi e che costringe l’artista ad un periodo di “ gavetta”.  Ma grazie alla conoscenza di personaggi influenti, come il Cardinale Francesco del Monte di Bourbon ( legato alla Francia ed a Firenze) , Caravaggio viene inserito nell’ambiente artistico culturale romano. Inizia così a ricevere importanti commissioni: il Martirio di San Matteo, caratterizzato da una straordinaria violenza, la Vocazione di San Matteo, in cui si Caravaggio Nativity1600 rapprezza la intensa comunicazione gestuale tra i personaggi del dipinto, e la funzione della luce radente , che illumina i personaggi che emergono dal buio .
La tradizione ha sempre descritto Caravaggio come un personaggio sanguigno, violento, litigioso, che ha conosciuto le carceri vaticane, ed è più volte stato costretto alla fuga  per sottrarsi ai suoi nemici; durante una partita di pallacorda, in Campo Marzio, ha uno scontro con un certo Ranuccio Tomassoni, che nel duello avrà la peggio, morendo dissanguato. L’artista sarebbe stato condannato alla pena capitale, ma i Conti Colonna, suoi protettori, lo aiutano a fuggire, nascondendolo per qualche tempo nei loro possedimenti vicino Roma: da lì raggiunge Napoli, dove realizzerà opere mirabili: la Flagellazione di Cristo, a Capodimonte, le Sette Opere di Misericordia . 
A Napoli incontra Fabrizio Colonna, amico di infanzia, Cavaliere dell’Ordine di Malta. Grazie a lui, Caravaggio, nel 1607, parte alla volta di Malta, attirato dalla promessa di poter essere anche lui nominato Cavaliere: qui conosce il governatore, Auf de Vignacourt, che lo prende in simpatia e gli affida numerosi incarichi: ritratti, dipinti, e la straordinaria Decollazione di San Giovanni Battista, nella Sala del Gran Consiglio, dove è tuttora custodito.
Dopo un anno di noviziato, il pittore diventa Cavaliere di Grazia dell’Ordine di Malta. Ma a causa di uno scontro e del ferimento di un altro Cavaliere, viene arrestato ed imprigionato nel carcere della Valletta: la detenzione è durissima, in una fossa a campana, dalla quale riesce tuttavia a fuggire, nel 1608, sicuramente grazie all’aiuto degli amici. Si imbarca su una nave, e raggiunge Siracusa, rifugiandosi presso i Francescani, che diventano suoi protettori. Qui incontra un suo vecchio amico, il pittore Mario Minniti, che gli presenta il Senatore Mirabella, uomo illustre e colto, con il quale visiterà , nella zona archeologica di Siracusa, le Latomie del Paradiso, in particolare la Grotta della Favella, oggi Orecchio di Dionisio.
A Siracusa Caravaggio realizzerà quel capolavoro assoluto che è Sepoltura di Santa Lucia : a differenza di quanto ritenuto da qualche storico, l’ambientazione non è quella delle Latomie greche, bensì delle catacombe cristiane, come quella di San Giovanni, che egli aveva visitato con il Mirabella. Come tutte le opere del maestro, il quadro si sviluppa secondo un’azione, interpretata dai vari personaggi: gli armigeri, i fossori, il Vescovo. A terra, la figura minuta di Lucia, abbandonata al suolo, circondata dai parenti ed amici che si disperano.
Sembra la scena un film, e tra i personaggi del dipinto vengono ritratti molti personaggi reali: lo stesso pittore, il governatore Vignacourt, ed altre figure, già dipinte nella Decollazione di San Giovanni. È il classico metodo stilistico di Caravaggio, che nei suoi dipinti inserisce numerose “ citazioni “ da altre sue opere.
Il dipinto risente di altre suggestioni derivanti dalle visione di opere duecentesche e trecentesche: la figura di un  chierico, ad esempio, richiama quella di una Santa Lucia raffigurata in un polittico medievale custodito nella Chiesa di S. Martino a Siracusa. 
Il dipinto fu ultimato presumibilmente prima del 13 Dicembre 1608, poiché ai primi dell’anno successivo il pittore si trovava già a Messina: si ipotizza di una sua breve visita a Caltagirone, al seguito di Secusio, Vescovo di Messina: qui, ammirando la Madonna della Catena di Gagini pare che Caravaggio abbia commentato che, se si vuol vedere un’opera più bella, occorre cercarla in Cielo.
A Messina, gli viene commissionato dalla famiglia De Lazzari un dipinto, la Resurrezione di Lazzaro. Anche qui, si assiste a quella che pare la scena di un film: all’interno di una catacomba, con diversi personagSeppellimento di S. Lucia Caravaggio 1608 rgi attorno a Lazzaro e una folla di curiosi che si accalcano all’entrata. Anche in questa opera, essenziale è la funzione della luce, da cui sembrano spinti i personaggi, in particolare Gesù, mentre ridà la vita a Lazzaro.
A Messina, per i Francescani, l’artista realizza un altro quadro: la Natività fra i Pastori: qui le figure appaiono minute, piccole, molto diverse dalla maestosità delle figure dei dipinti degli anni precedenti. È proprio questa diverso livello di pittura rarefatta, cui è giunto il maestro nel suo percorso stilistico , che fa dubitare che l’Adorazione palermitana possa essere stata realizzata nello stesso periodo: le forme maestose, corpulente di quest’opera sono troppo diverse da quelle messinesi: il dipinto, verosimilmente,  è stato realizzato diversi anni prima, ed e’giunto poi a Palermo, dove Caravaggio però forse non ha mai soggiornato.
Da Messina, Il maestro ritorna a Napoli, realizza diverse altre importanti opere, è ferito in un ennesimo duello, ma decide di tentare il ritorno a Roma, confidando nel perdono papale. A Luglio del 1610 si imbarca , ma dopo diverse disavventure, raggiunge Porto Ercole dove morirà il 18 luglio, per cause naturali.
Si ritiene che l’ultima sua opera sia il Martirio di Sant’Orsola, oggi custodito a Napoli.
Si è conclusa così la mirabile lectio magistralis del prof. Giansiracusa, che ancora una volta, con la sua vastissima conoscenza della materia, unita ad una non comune capacità affabulatoria, ha saputo affascinare la platea, coinvolgendola nell’avvincente racconto del genio assoluto di Caravaggio .
Alfio La Ferla, per conto del Comitato Leontinoi 2021, ha fatto poi un breve accenno alle prossime iniziative previste dal nutrito programma, e, in conclusione, il nostro Presidente ha ricordato l’importante incontro, organizzato dall’Archeoclub per il prossimo 28 Maggio: in questa occasione, la Guardia di Finanza illustrerà la sua importante opera di contrasto alla criminalità, e di recupero di beni artistici trafugati e riconsegnati alla collettività. L’incontro si svolgerà presso l’aula consiliare, e in piazza Umberto, ove sarà realizzato uno speciale annullo postale.
Un’altra imperdibile iniziativa realizzata dal nostro vulcanico Presidente , collaborato dall’attivissimo Consiglio Direttivo, un altro sicuro successo del nostro Club Service.