Pagina 2 di 2
"Le Mura difensive di Carlo V" - Relatori : prof. V. Fiore e arch. P. Carnazzo
- Dettagli
- C. Vacante
- Categoria principale: Articoli
- Conferenze
- 8097
Indice articoli
Lo studio delle mappe storiche di Carlentini, come ha riferito nel suo articolato intervento l’arch. Carnazzo, ha consentito la localizzazione delle antiche mura e il ritrovamento di quello che rimase dopo il terremoto del 1542 e, poi, del 1693; ma è rimasto ben poco, ha aggiunto, perchè nel tempo è stato quasi totalmente ricoperto dalle costruzioni rese necessarie dall’espansione urbanistica della città.
Dall’esame di una piantina del 1578, ha detto ancora la relatrice, si evince che le mura di fortificazione erano provviste di torrioni circolari, di torrette quadrate presso le Porte di Lentini e di Siracusa e di possenti bastioni.
La proiezione su schermo di numerose piantine storiche e di foto dei resti delle mura urbiche della via Nazionale, prima e dopo il restauro, le ha consentito di spiegare dettagliatamente le diverse fasi degli interventi, lunghe e delicate, di parlare dei materiali usati – la pietra di Comiso e il basalto dell’Etna - similari ai resti e ben visibili ad operazione conclusa; di soffermarsi sui singolari macromosaici moderni, progettati e realizzati con incredibile e geniale fantasia dall’artista-mosaicista Maria Grazia Brunetti, che rivestono la stradella di accesso ai locali ricavati e già adibiti a spazi di aggregazione sociale, per i quali l’artista ha usato, insieme alla pietra di Comiso e alla pietra lavica, i più svariati materiali di recupero – frammenti di vetro, ferro di ringhiere dismesse - riciclandoli per creare un’opera artistica di straordinaria bellezza e unicità.
Nel suo intervento conclusivo il professore Fiore, ritornando sul restauro delle mura di Carlentini - tre Km di mura quasi del tutto scomparse portandosi via l’identità urbana connaturata alla sua fondazione di città-fortezza – ha ribadito che il restauro è servito a rendere leggibile quello che non lo era più e che, come succede per ogni tipo di restauro, pur usando materiali comparabili, spesso uguali al preesistente, deve necessariamente essere visibile perché i posteri possano ”leggere” gli interventi effettuati legati all’epoca per il gusto, e per i materiali e le tecnologie usati.
L’interessante incontro si è concluso con la richiesta, da parte degli intervenuti, di effettuare una visita a Carlentini guidata dall’arch. Carnazzo, che la presidente ha accolto con entusiasmo assicurando che sarà realizzata al più presto in una prossima domenica di giugno
Nel suo intervento conclusivo il professore Fiore, ritornando sul restauro delle mura di Carlentini - tre Km di mura quasi del tutto scomparse portandosi via l’identità urbana connaturata alla sua fondazione di città-fortezza – ha ribadito che il restauro è servito a rendere leggibile quello che non lo era più e che, come succede per ogni tipo di restauro, pur usando materiali comparabili, spesso uguali al preesistente, deve necessariamente essere visibile perché i posteri possano ”leggere” gli interventi effettuati legati all’epoca per il gusto, e per i materiali e le tecnologie usati.
L’interessante incontro si è concluso con la richiesta, da parte degli intervenuti, di effettuare una visita a Carlentini guidata dall’arch. Carnazzo, che la presidente ha accolto con entusiasmo assicurando che sarà realizzata al più presto in una prossima domenica di giugno