Tour della Grecia dell’Archeoclub di Lentini
Giorno 6 settembre 2024, alle ore 4.00 partenza da via Patti per l’aeroporto di Catania, dove ci aspetta il nostro amico Matteo Miano che sarà la nostra guida durante il tour. Arrivati a Roma Fiumicino incontriamo le due coppie (Paolo e Liliana, Enzo e Loredana) che si aggregheranno al nostro gruppo. Proseguimento per Atene dove, all’aeroporto, ci attende il pullman guidato da un distinto signore di nome Xenofonte che risulterà essere un professionista serio, disponibile e attento alle esigenze del gruppo.Panoramica Ci porta nei pressi del quartiere Monastiraki. Prima di proseguire col racconto di questo viaggio, credo sia opportuna una premessa. Quello che leggerete è una sintesi (se pur lunga) di ciò che abbiamo visto, che abbiamo avuto modo di conoscere, di apprezzare e di imparare ma è solo una minima parte di tutte quelle informazioni, approfondimenti ed emozioni indimenticabili che il nostro amico Matteo ci ha regalato durante tutte le tappe del nostro tour, grazie alla sua profonda conoscenza della civiltà greca (arte, usi, costumi, riti e cerimonie costituenti la vita sociale e spirituale non solo della Grecia antica ma anche di quella moderna). Un grande grazie a Matteo.Monastiraki è uno dei quartieri più caratteristici del centro storico di Atene. Guidati da Matteo, essendo l’ora di pranzo, ci incamminiamo lungo la via Mitropoleos, dove si trovano tanti localini dove poter gustare le specialità culinarie tipiche della Grecia (Pita Gyros, Souvlaki, Horiatiki…). Uno di questi è il Bairaktaris (1879). Dopo il pranzo abbiamo iniziato una prima visita della città. Dalla piazza Monastiraki, così chiamata per la presenza di una piccola chiesetta bizantina (Monastiraki) del X secolo, ricca di un insieme di affreschi, ori e stucchi, abbiamo proseguito la nostra passeggiata fino ad arrivare nella vicina agorà romana. Costruita dai romani intorno agli anni 15 a.C., con tante colonne e una torre ottagonale (Torre dei Venti), abbiamo potuto ammirare i resti della biblioteca di Adriano. PartenoneContinuando siamo arrivati nella piazza Mitropoleos dove si trovano: la Cattedrale Metropolitana dell'Annunciazione, con architettura monumentale greco-bizantina e neoclassica, e una chiesetta a croce quadrata tipicamente bizantina, chiamata Mikri (piccola chiesa metropolitana) del XII secolo dedicata alla Vergine, molto bella sia esternamente che al suo interno originariamente decorato interamente da affreschi, ma oggi visibili solo un'immagine della Maria Panagia (tutta santa) e un Cristo Pantocratore.Raggiunto il luogo dove ci aspettava il pullman, siamo partiti alla volta del nostro albergo: l’Hotel President con, al ventesimo piano, terrazza con bar a bordo piscina da cui poter ammirare un completo panorama della città. Completate le operazioni di check in si era già fatta l’ora di cena e stanchi per la lunga e intensa giornata ci siamo ritirati nelle nostre camere.2L’indomani, dopo un’abbondante colazione, abbiamo iniziato la seconda giornata di visita: l’Acropoli. Percorrendo i vialetti, in salita, del bellissimo parco siamo giunti alla porta Beulè, costruita nel III secolo d.C. durante il dominio romano con colonne doriche in marmo bianco; fungeva da ingresso fortificato all'Acropoli. Proseguendo abbiamo raggiunto la maestosa e monumentale “Porta dei Propilei” incorniciata da colonne con architettura classica e, affacciato sulla Porta abbiamo potuto ammirare il tempio di Atena Nike, di ordine ionico, che celebra Atena come dea della vittoria. Attraversata la porta dei Propilei raggiungiamo il Partenone, tempio simbolo dell'antica civiltà greca, dedicato alla dea Atena, costruito sotto la guida di Pericle con marmo pentelico per accogliere l'immagine d'oro e avorio dell'Atena Parthenos, scultura colossale di dodici metri d'altezza scolpita da Fidia.Il Partenone lungo circa 70 metri e largo 30 metri, il Partenone è circondato da colonne doriche per tutto il suo perimetro, 8 nella facciata principale e 17 in quelle laterali. I frontoni e le metope, in gran parte al British Museum di Londra, raccontavano storie della mitologia greca ed eventi storici. EretteoAdiacente al Partenone l'Eretteo, famoso per le sue Cariatidi, le figure femminili scolpite che fungono da supporti architettonici. Dopo aver dato sfogo agli scatti fotografici, attraversando varie rovine antiche, tra cui i resti di un palazzo miceneo, abbiamo iniziato la discesa e, situato sul pendio meridionale dell'Acropoli, abbiamo potuto osservare Teatro di Dionisio, un piccolo teatro in pietra, originariamente coperto e pensato per esecuzioni musicali.La seconda tappa mattutina è stata la visita al Museo Archeologico.Il museo si sviluppa su tre livelli, di cui quello inferiore, dedicato allo scavo archeologico, ospita un itinerario cronologico che presenta tutta la storia e la produzione artistica dell'antica Grecia, dal periodo cicladico, al miceneo, a quello classico e, in particolare, della scultura dall'epoca arcaica sino al periodo della dominazione romana. Al pianterreno nella Sala dei Pendii dell'Acropoli sono esposti i reperti provenienti dai fianchi dell'Acropoli. La collezione del museo presenta molte opere famose tra cui: il Moscoforo, cinque delle cariatidi originali dell'Eretteo, la Kore col peplo, l'Atena pensosa, le metope del Partenone di Fidia, la Kore di Antenore e la Nike di Callimaco.Finita la visita al museo ci siamo incamminati verso il ristorante “Cave dell’Acropoli” nel quartiere Plaka, una delle più belle zone della città; con tanti negozi di souvenir e tanti piccoli ristoranti e taverne conserva ancora il suo affascinante aspetto antico, grazie alle sue strette e labirintiche stradine acciottolate e alle belle case neoclassiche del XIX secolo. Con una bella passeggiata abbiamo raggiunto il luogo concordato con l’autista (vicino all’Arco di Adriano e al3monumento a Melina Mercuri). Iniziamo un giro panoramico col pullman per vedere i palazzi neoclassici dell’Accademia, dell’Università e della Biblioteca Nazionale. Dopo esserci fermati per vedere in P.zza Syntagma (Piazza della Costituzione) il cambio della guardia davanti al monumento del Milite Ignoto, proseguendo abbiamo visto il centro culturale Onassis e lo stadio Panathinaiko (Stadio di Marmo), l'unico grande stadio del mondo costruito interamente con marmo pentelico. Rientrati in Hotel, alcuni soci sono saliti in terrazza per un riposante bagno in piscina. La mattina seguente partiamo con destinazione Epidauro. Costeggiando il Golfo di Egina (mar Egeo) ci fermiamo, per una breve sosta fotografica, al Canale (Istmo) di Corinto: una striscia di terra che unisce la penisola del Peloponneso alla Grecia continentale e separa il Mar Ionio dal Mar Egeo. Gruppo Teatro di EpidauroProseguendo arriviamo a Epidauro, piccola città situata a nord del Peloponneso dove possiamo ammirare il suo straordinario teatro. Costruito nel IV secolo a.C., è famoso per il suo ottimo stato di conservazione e la sua incredibile acustica. La tappa successiva della giornata è la splendida cittadina di Nauplia, prima Capitale della Grecia indipendente, porto e capoluogo dell’Argolide. Dal molo del porto abbiamo potuto ammirare due splendide vedute: arroccata su un’isoletta (Bourtzi) a 500 metri ca dalla costa una fortezza, gran parte costruita dai veneziani nel 1400 per il suo valore strategico, ed anche la fortezza Veneziana di Palamidi, un imponente edificio che si trova a un’altezza di 216 metri sul livello del mare situato sulla cresta del colle di Acronauplia. Prima di raggiungere Micene ci fermiamo per il pranzo nel ristorante 'Kolizeras’. Nel pomeriggio visita del parco archeologico di Micene. Dopo aver percorso una ripida salita, ci troviamo di fronte la Porta dei Leoni che si apre lungo le antiche mura ciclopiche alte 8 metri che proteggevano Micene. Alta più di 2 metri, è sovrastata da un monolite ornato con due leoni che combattono l'uno di fronte all'altro ai lati di una colonna. Ci siamo poi diretti verso la collina di Panagitsa, dove si trova la Tomba di Atreo, re di Micene e dei suoi figli Agamennone e Menelao, detta anche Tomba di Agamennone, tomba a tholos situata nei pressi della Rocca di Micene costruita in età micenea tra il 1350 e il 1250 a.C. In essa nel 1876 fu rinvenuta dall'archeologo tedesco Heinrich Schliemann la Maschera di Agamennone, maschera funebre in lamina d'oro (conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene). Proseguendo nel viaggio, attraversiamo la zona centrale del Peloponneso e ci dirigiamo verso Olympia (regione dell’Elide), qui abbiamo pernottato all’Hotel Amalia Olympia.4La mattina seguente abbiamo iniziato con la visita del Santuario di Olympia. Abbiamo potuto vedere: il Prytaneion, sede del governo locale, dove al suo interno si ergeva l’altare con il fuoco sacro che doveva rimanere sempre acceso in onore della Dea Era; i resti del più famoso tempio di Olimpia, quello eretto in onore di Zeus dove internamente vi si trovava la gigantesca statua del dio realizzata in oro e avorio da Fidia ( 430 a.C.) e inserita fra le sette meraviglie del mondo. Poi, uno dei più antichi edifici dorici di cui oggi si possono ancora ammirare i resti: il tempio dedicato alla dea greca Era (l'Heraion VII sec. a.C.) e al cui interno venivano custodite le corone di alloro riservate ai vincitori dei giochi; e ancora la Palestra, il Philippeion e il Gymnasium. Attraverso un passaggio a volta in pietra siamo passati nello Stadium, l’area in cui venivano disputati i giochi olimpici sin dalla prima edizione nel 776 a.C. durante la festa dedicata a Zeus. La nostra visita è poi proseguita al Museo. Diviso in dodici sale, con diverse sezioni: i bronzi, le terrecotte, le sculture monumentali, i frontoni e le metope del tempio di Zeus. Di notevole interesse : la Nike di Peonio di Mende, l’Hermes di Prassitele, Zeus che rapisce Ganimede e, tra le offerte votive più importanti gli elmi dei Dinomenidi offerti dal tiranno di Siracusa Ierone I in occasione della vittoria sugli etruschi nella Battaglia di Cuma del 474 a.C (con un'iscrizione dedicatoria). Finita la visita ci dirigiamo verso il ponte Rion Antirion che attraversa il golfo di Corinto e divide il Peloponneso con la Grecia continentale. È stato soprannominato ponte di Poseidone, ed è con i suoi 2883 metri uno dei ponti strallati più lungo del mondo. Dopo il pranzo al ristorante Ambrosia Garden siamo partiti alla volta di Ioanninna bella città greca capoluogo dell’Epiro. Costeggiando il lago Pamvotida abbiamo fatto un giro a intorno al Castello composto principalmente delle opere difensive fatte erigere dall'onnipotente sovrano Alì Pascià alla fine del XVIII secolo. Ci attende l’Epirus Palace per la cena e una bella dormita. L’indomani mattina si parte presto per la prossima tappa : Kalambaka famosa meta turistica, patrimonio dell'UNESCO. Giunti nei pressi dell’Hotel (Divani Meteore) abbiamo già potuto ammirare panorami spettacolari, meraviglie silenziose e straordinarie, viste scenografiche sospese in un paesaggio magico: le Meteore "sospese in aria”. Costruite sulle cime di elevati pinnacoli di roccia sorgono sette monasteri ortodossi abitati da eremiti sin dal XI sec. Noi ne abbiamo visitati due: Il Monastero di Santo Stefano, raggiungibile senza scalinate impervie. Molto bello il giardino interno e la chiesa ortodossa, decorata con magnifici affreschi in cui si5conservano le reliquie (cranio) del santo martire e taumaturgo Caralampo; nella sacrestia sono custodite opere d’arte scolpite in legno, manoscritti artistici croci per la benedizione in argento e oro, vati utensili sacri e icone. A guidarci nella visita è stata una gentilissima monaca ortodossa che, prima di congedarci, ha donato alle socie una boccettina con olio taumaturgo, mentre al Presidente Delfo e alla nostra guida Matteo, due preziose pubblicazioni sul monastero. Il secondo monastero visitato è stato quello di Varlaam dal nome del primo abitante della roccia. Monastero ortodosso tra i più belli, situato su un pinnacolo alto 551 m, si trova sotto la gran Meteora. Dopo una scalinata, un po’ impegnativa, abbiamo iniziato la visita: spettacolare il giardino con terrazza panoramica, splendida visuale sui monasteri di San Nicolao e della Gran Meteora; maestosa e bellissima la chiesa di Tutti i Santi, ricca di affreschi, interessante l’elegante architrave scolpita in legno e ricoperta d’oro dove si trovano bellissime icone e un magnifico Crocifisso. Il museo situato nel refettorio ospita una vasta collezione di manoscritti rari, un sudario ricamato in oro, croci di legno intagliato di ottima fattura e icone portatili del periodo post-bizantino. Affascinante ma, lunga da raccontarsi, la maestria tecnica con cui i primi asceti scalavano la roccia. Rientro in Hotel per la cena e il pernottamento La mattina successiva siamo partiti in direzione Delfi. Durante il tragitto due piccole soste fotografiche: la prima vicino a una sorgente di acque sulfuree, dove alcune/i socie/i hanno voluto bagnarsi le gambe; la seconda vicino al moderno Monumento a Leonida che ricorda la battaglia delle Termopili del 480 a.C., nella quale una piccola forza greca comandata dal re di Sparta Leonida I e composta da vari contingenti, tra i quali spiccavano 300 soldati scelti spartani, rallentò l'avanzata dell'esercito persiano comandato da Serse I. Dopo il pranzo, consumato nel ristorante Epikouros di Delfi, abbiamo iniziato la visita del sito iniziando dal museo archeologico, molto bello e ben organizzato. Le collezioni sono disposte cronologicamente in quattordici stanze. Contiene reperti straordinari, fra i quali : l’Auriga che rappresenta un’atleta vincitore di una gara ai giochi Pitici, uno dei pochissimi esempi di statue in bronzo greche rimaste intatte; la statua delle “danzatrici nella colonna con l’acanto; i Kouroi di Delfi, statue maschili arcaiche conosciute anche come Cleobi e Bitone, una tegola di bronzo raffigurante (forse) Ulisse, legato sotto il ventre di un ariete (Odissea ?); la Sfinge dei Nassi, statua greca in marmo di Nasso col corpo di leonessa, la testa di donna e le ali di uccello rapace; le metope del Tesoro di Sicione; la bella la statua di Antinoo, in marmo pario, proveniente dal tempio di Apollo,6scolpita nell'epoca dell'imperatore Adriano; una piastrella raffigurante Ercole che porta il cinghiale di Erimanto al re Euristeo, un tripode (simbolo di Delfi), e poi rarissimi elementi di statue (in oro e avorio), e bellissimi fregi del tesoro dei Sifni, e tante offerte votive in bronzo (elmetti e scudi) risalenti all'VIII e VII secolo a.C. Una lunga scalinata ci porta all’ingresso principale dell’attuale sito archeologico di Delfi. Per molti secoli, il santuario di Delfi è stato il centro religioso e spirituale del mondo antico Greco. Infatti, secondo la tradizione, Delfi era definito “ombelico del mondo”, perché fu il punto d’incontro delle due aquile spedite da Zeus dai confini dell’universo per trovare il centro del mondo. Una volta varcato l’ingresso principale, ci troviamo immediatamente nell’Agorà Romana, una grande piazza rettangolare, circondata da portici con colonne ioniche ancora oggi ben visibili. Percorrendo la Via Sacra abbiamo ammirato i resti di numerosi monumenti sacri (i tesori, piccoli edifici a forma di tempietto, dedicati alle divinità dalle città stato che volevano rendere onore all’oracolo). Tra i più importanti: il Monumento dei Navarchi di Sparta, fatto erigere da Lisandro dopo la battaglia di Egospotami, quello dei re di Argo, e poi il Tesoro di Sicione e il Tesoro degli Ateniesi, edificio dorico in antis in marmo pario, il più ricco e importante tempio eretto per commemorare la vittoria sui Persiani e infine la Stoà degli Ateniesi, un grande porticato da cui si può ammirare il Tempio di Apollo e il Monte Parnaso. Arriviamo infine al Tempio di Apollo. Edificato nel 506 a.C., lungo 21 metri e largo 58 metri, sulla facciata principale poggiavano sei colonne doriche, mentre sui lati lunghi si innalzavano 15 colonne. Le rovine che vediamo oggi riflettono l'architettura dorica. Colonne e frammenti di sculture evocano la grandezza perduta di questo tempio luogo di pellegrinaggio. Il tempio ospitava infatti l'oracolo di Apollo, dove la Pizia, la sacerdotessa del tempio, in stato di trance, proferiva enigmatiche profezie. Era considerata il medium tra gli uomini e il dio Apollo, portavoce dei suoi oracoli. In ultimo abbiamo visto il teatro antico. La forma attuale del teatro, risultato di un restauro (primo secolo a.C.), si presenta con l'orchestra pavimentata in pietra, i sedili in pietra, la scena decorata e la cavea divisa in due sezioni irregolari da un corridoio anulare. L’ultimo monumento da vedere sarebbe stato l’antico Stadio, il sito più alto di Delfi che si trova nella foresta sul pendio del Monte Parnaso abbastanza lontano dalle altre strutture. Abbiamo rinunciato sia perché s’era fatto tardi sia per l’impervia salita da affrontare. Pernottiamo a Delfi. Il giorno seguente si parte per Atene. Prima di raggiungere la capitale ci aspetta ancora un ultimo luogo da visitare: Capo Sounion. Un promontorio, poco lontano da Atene, davvero affascinante non solo per la sua importanza storica e archeologica ma anche per i meravigliosi panorami. Secondo il mito, proprio da queste parti Re Egeo, sovrano di Atene, per disperazione si sarebbe gettato nel mare che poi avrebbe preso il suo nome. Su questo promontorio, in posizione suggestiva, si trovano i resti di un Tempio greco dedicato a Poseidone, e di un secondo Tempio dedicato ad Atena, di cui sono però conservate solo le fondamenta. Purtroppo, delle 42 colonne con capitelli in stile dorico solo 18 (19 ?) sono giunte fino a noi con i fregi votivi in rilievo della trabeazione. Questi assieme all’imponente statua di Kouros (alta più di tre metri in marmo di Paros), sono conservati al Museo Archeologico Nazionale di Atene. Di fronte al Promontorio l’isola di Patroclo, che vide il naufragio del piroscafo Oria, in cui morirono 4163 soldati italiani che stavano per essere deportati nei campi di concentramento nazisti. A pochi chilometri dal Tempio una stele ricorda la tragedia. Dopo il pranzo, consumato in un caratteristico quanto suggestivo locale con vista sul mare, rientriamo ad Atene. Ancora alcune ore in giro per gli ultimi acquisti poi rientro in Hotel per la cena e per i preparativi per il ritorno a casa. Prima di lasciarci un saluto e un ringraziamento a Xenofonte e un caloroso abbraccio a Matteo. A Roma abbiamo salutato gli amici che si erano uniti al nostro gruppo, soddisfatti del tour ed anche della piacevole compagnia. Il tour classico della Grecia credo ci abbia lasciati con gli occhi pieni di cose meravigliose e ci abbia richiamato alla mente vecchi ricordi scolastici. Alla prossima. Delfo Inserra