L’Archeoclub nel Netino.
Finalmente, dopo la pausa estiva e la mancata escursione in Calabria ( prevista per la fine di Settembre , ma annullata per le avverse condizioni meteo), riprendono le nostre belle consuetudini “gitaiole”.
Domenica, 6 Novembre, un folto ed allegro drappello di soci ed ospiti si è ritrovato al consueto “capolinea” di via Patti per un’escursione nella zona del Netino.
Come sempre, ad accompagnarci nella nostra gita fuori porta, l’autobus della Duca Viaggi, ormai storico partner dell’Associazione.
Tra le comunicazioni del Presidente, prof. Filadelfio Inserra, e le allegre chiacchierate, il tempo è volato velocemente e ci siamo ritrovati alla prima tappa della nostra escursione: la Riserva Naturale Orientata Oasi Faunistica di Vendicari, un sito naturalistico ed archeologico tra Noto e Marzamemi, istituita e gestita dalla Regione Siciliana . Ad attenderci ed accompagnarci nella nostra escursione, il Dr. Pasquale Sferlazza, socio dell’Archeoclub di Noto, che ci ha fornito interessanti indicazioni sulla storia, la tipologia del territorio, della flora e della fauna della Riserva.
Con una piacevole passeggiata attraverso sentieri profumati di timo ed origano, lungo le meravigliose spiagge che nella stagione estiva richiamano turisti da tutto il mondo, siamo arrivati dapprima ad una scultura che ricorda il tragico naufragio di immigrati nelle acque antistanti la riserva. Nelle vicinanze, un antico palmento, in uso sino al 1900: qui abbiamo approfittato del meraviglioso panorama che si gode dallo spiazzale antistante per una bella foto di gruppo.
Proseguendo nel nostro cammino, abbiamo potuto ammirare i Pantani, che costituiscono il fulcro della Riserva da un punto di vista naturalistico, e offrono rifugio a molteplici specie di uccelli , che vi sostano nella loro migrazione da e verso l’Africa.
Anche noi abbiamo potuto osservare numerosi fenicotteri che stazionavano placidamente sulle calme acque degli stagni.
Tappa finale della nostra visita alla Riserva, la Basilica bizantina della Trigona, una costruzione a pianta quadrata sovrastata da una volta a cupola di stampo orientale. L’edificio, che agli inizi del secolo scorso fu inglobato in una masseria rurale che ne danneggiò in parte la struttura, è oggi in condizioni di abbandono, e sarebbe auspicabile un restauro che lo riportasse al suo antico splendore, così come tanti altri tesori del nostro territorio.
Conclusa la visita alla Riserva, siamo ripartiti alla volta della seconda tappa del nostro tour, la Villa Romana del Tellaro, originariamente una ricca residenza di età imperiale romana ( circa 400 d.C.), i cui resti sono stati rinvenuti sotto una masseria ottocentesca.
Gli scavi effettuati hanno consentito di portare alla luce splendidi mosaici, di squisita fattura, che nulla hanno da invidiare a quelli della Villa del Casale di Piazza Armerina, con i quali condividono, quasi sicuramente, le maestranze di origine nordafricana, ma dalle quali si differenziano per una maggiore dimensione delle tessere .
Abbiamo potuto ammirare, in sequenza , scene raffiguranti il riscatto del corpo di Ettore, battute di caccia, i banchetti di Satiri e Menadi, nonché un meraviglioso mosaico a tappeto con festoni e motivi geometrici. Saziati gli occhi e la mente, si è fatta l’ora di pensare allo stomaco: di questo si è occupato il ristorante Alta Marea, un piacevole locale proprio sul lido di Noto, con una splendida vista sul mare Jonio : qui abbiamo apprezzato un gustoso pranzo a base di piatti di pesce.
Il convivio, rallegrato dalle chiacchiere e dal piacere della reciproca compagnia, ritrovata dopo lunghi mesi di privazione a causa della pandemia, si è prolungato un po’ oltre il previsto, e siamo stati costretti a rinunciare alla programmata visita al Museo Civico Archeologico di Noto, che avremmo dovuto effettuare nel primo pomeriggio.
In compenso, raggiunta la vicina cittadina di Noto, dove ci aspettava la D.ssa Eleonora Listo, anch’essa socia della locale Sede Archeoclub, abbiamo fatto una rilassante passeggiata in questa meravigliosa cittadina barocca , famosa per i tanti monumenti che ogni anno richiamano folle di turisti da tutto il mondo. La nostra simpatica e preparata guida ci ha accennato alla storia della città, sorta nel sito odierno dopo il disastroso terremoto che distrusse interamente il vecchio abitato, denominato Netum, che si estendeva nella zona di Noto Antica, sul colle Alveria,ad una decina di chilometri dalla città odierna, dove si possono ancora osservare i ruderi delle antiche costruzioni devastate dal sisma.
La decisione dei cittadini di ricostruire in altro luogo la propria città, sui fianchi del monte Meti, ha sicuramente contribuito alla odierna bellezza di Noto, edificata, a partire dai primissimi anni dopo il terremoto, con criteri moderni e razionali, e con un uniforme stile architettonico, che l’ha resa famosa in tutto il mondo come capitale del Barocco, ed ha fatto dichiarare il suo centro storico patrimonio dell’umanità’, dall’Unesco.
La nostra passeggiata è iniziata dalla Villa Comunale, da cui abbiamo raggiunto il centro storico attraverso la Porta Reale o Ferdinandea, perché costruita in occasione della visita del re Borbone.
Di seguito, abbiamo potuto ammirare le belle architetture delle chiese e dei palazzi che si affacciano sul corso Vittorio Emanuele : la Chiesa di San Francesco all’Immacolata, con annesso ex convento, quella di Santa Chiara, lo spettacolare Duomo dedicato a San Nicolò, la via Nicolaci, ove ogni anno viene allestita la splendida infiorata, e sul quale si affaccia il famoso Palazzo Nicolaci, con i suoi balconi sorretti da mensoloni decorati con figure mitologiche, diverse per ogni balcone. E ancora, la chiesa di Montevergine, al fondo di via Nicolaci, con la sua originalissima facciata concava, e quella di San Carlo dei Gesuiti, con annesso convento e convitto. Un breve giro, che sicuramente ha escluso altri tesori di cui è ricca questa città, ma che è bastato ad incantarci ed a lasciarci ammirati.
Un po’ stanchi, ma assolutamente soddisfatti , abbiamo fatto ritorno alle nostre case, ancora una volta riconoscenti al nostro Presidente ed al Comitato Direttivo per l’ottima riuscita anche di questa bella esperienza.