"GIAN LORENZO BERNINI"
Il 9 Marzo 2013, nel Salone delle feste del Sant’ Alphio Palace Hotel di Lentini (Sr), organizzata dall’Archeoclub della città, ha avuto luogo l’interessante conferenza su “Gian Lorenzo Bernini”.
Relatore il Prof. Paolo Giansiracusa Docente Ordinario di Storia dell’Arte all’Accademia Statale di Belle Arti di Catania, con all’attivo uno straordinario numero di Pubblicazioni d’arte. Apre la serata la Presidente Maria Arisco con i consueti saluti di benvenuto agli Ospiti ed ai Soci, intervenuti molto numerosi, come sempre. A questo punto invita ad avvicinarsi al tavolo di presidenza il noto pittore lentinese prof. Luigi Dugo, molto emozionato, per appuntargli sul bavero il distintivo dell’Archeoclub come “Socio Onorario”, tra gli applausi di compiacimento dei presenti.
Relatore il Prof. Paolo Giansiracusa Docente Ordinario di Storia dell’Arte all’Accademia Statale di Belle Arti di Catania, con all’attivo uno straordinario numero di Pubblicazioni d’arte. Apre la serata la Presidente Maria Arisco con i consueti saluti di benvenuto agli Ospiti ed ai Soci, intervenuti molto numerosi, come sempre. A questo punto invita ad avvicinarsi al tavolo di presidenza il noto pittore lentinese prof. Luigi Dugo, molto emozionato, per appuntargli sul bavero il distintivo dell’Archeoclub come “Socio Onorario”, tra gli applausi di compiacimento dei presenti.
Passa, quindi, alla presentazione del Relatore, del quale non ritiene opportuno leggere il curriculum, veramente prestigioso, poiché il Professore è ben noto a tutti data la frequenza con la quale ha tenuto e continua a tenere interessanti conferenze per l’Archeoclub di Lentini. La parola al prof. Giansiracusa che con il fascino delle sue colte argomentazioni cattura immediatamente l’attenzione dell’uditorio. Inizia la sua relazione facendo un breve excursus sulla nascita del “Barocco” a Roma e in Sicilia, dopo il terremoto del 1693, facendo un interessante raffronto con quello spagnolo.
Parla della vita del Bernini, del secolo in cui visse, della sua personalità, del suo poliedrico genio artistico e di quello che il grande artista ha rappresentato per Roma e per il Seicento.
Gian Lorenzo Bernini nasce a Napoli il 7 dicembre 1598 dove il padre Pietro, scultore, e la madre Angelica Galante si erano da poco trasferiti. Nel 1606 la famiglia fa ritorno a Roma: Pietro ottiene la protezione del cardinale Scipione Borghese e in questo contesto ci sarà occasione per il giovane Bernini di mostrare il suo precoce talento.
Gian Lorenzo Bernini nasce a Napoli il 7 dicembre 1598 dove il padre Pietro, scultore, e la madre Angelica Galante si erano da poco trasferiti. Nel 1606 la famiglia fa ritorno a Roma: Pietro ottiene la protezione del cardinale Scipione Borghese e in questo contesto ci sarà occasione per il giovane Bernini di mostrare il suo precoce talento.
Gian Lorenzo si forma alla bottega del padre, la sua Università, dice il professore. Con lui realizza i suoi primi lavori tra cui il "Ratto di Proserpina” e "Apollo e Dafne" che evidenziano il suo grande talento e definiscono la sua personalità, forte degli insegnamenti del padre ma, nello stesso tempo, dello spirito innovatore che segnerà tutta una generazione.
E' ancora giovanissimo quando papa Urbano VIII Barberini, con il quale l'artista stabilirà un durevole e proficuo rapporto di lavoro, gli commissiona il "Baldacchino di S. Pietro”, un colosso bronzeo di quasi trenta metri. L'opera, che si erige sulla tomba di Pietro, è sostenuta da quattro colonne tortili che colmano, con elegante snellezza, nonostante la mole, lo spazio sotto la cupola della Basilica.
Nel 1629 Papa Urbano VIII nomina Bernini architetto sovrintendente alla Fabbrica di S. Pietro. L’artista esegue, su commissione del Papa numerose opere tra cui la "Fontana del Tritone" in Piazza Barberini e la "Fontana della Barcaccia" in Piazza di Spagna, a Roma.
Nel 1644 muore papa Urbano VIII e si scatenano le gelosie rivali tra Bernini e Borromini con il quale ci furono ripetuti attacchi e polemiche in occasione dei lavori per la facciata di Palazzo Barberini, sin dal 1630.
In seguito Gian Lorenzo Bernini trova l'appoggio di Papa Innocenzo X per il quale esegue molte opere tra cui la "Fontana dei Quattro Fiumi" a Piazza Navona a Roma.
Il Bernini fu un grande costruttore di fontane, ma anche un innovatore nel modo di costruirle, dice il relatore, non solo per la mole, sempre di proporzioni monumentali per essere rapportate agli ampi spazi, ma anche per una loro importante componente, l’acqua che serve a creare una gradevole armonia sonora.
Durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, Bernini ottiene l'incarico di dare una configurazione confacente per significati e funzioni, alla piazza antistante la Basilica di San Pietro. Nel 1656 Bernini, riprendendo lo spirito dell’architettura scenografica dei grandi spazi, dà vita al monumentale progetto del colonnato che abbraccia la piazza antistante la Basilica. L’opera viene completata nel 1665 con l’aggiunta delle novantasei statue del coronamento, da lui solamente abbozzate e completate dai suoi allievi.
Clemente IX, che succede ad Alessandro VII nel 1667, affida al Bernini la sistemazione del ponte davanti a Castel Sant'Angelo. L’artista esegue due dei dieci angeli che devono decorare il ponte: vengono giudicati talmente belli che si decide di collocarli nella chiesa di Sant'Andrea delle Fratte per proteggerli dalle intemperie.
Gian Lorenzo Bernini muore a Roma il 28 novembre 1680, all'età di 82 anni, dopo una lunghissima vita dedicata all'arte e imposto il suo stile a tutta un'epoca.
Il professore completa la sua relazione con la proiezione delle più importanti opere del Bernini. Ritorna, così, a descrivere il suo modo particolare e raffinato di scolpire. Parla della luce che deve animare i soggetti delle sculture e che ottiene posizionando strategicamente degli invisibili lanternini. Mostrando la leggerezza dei capelli, la raffinatezza dei panneggi, dice che l’artista sembra essersi servito del vento e non dello scalpello per eseguire le sue sculture.
Attraverso l’osservazione delle opere a 360°, fa notare il diverso modo di scolpire le varie parti del corpo; il diverso trattamento delle parti materiali che compongono la scultura… la pressione delle dita di Nettuno sul corpo di Proserpina…E’ veramente difficile riassumere in poche battute una relazione così avvincente ed esaustiva in ogni sua parte quale quella che ci ha donato il prof. Giansiracua: non ci aspettavamo di meno! Grazie Paolo, a nome di tutti! Anche stavolta hai lasciato nell’ uditorio il tuo inconfondibile segno.