L’Archeoclub di Lentini nella zona Jonico-Etnea,
alle pendici dell’Etna, tra mare e sciare.
Una delle caratteristiche che ha sempre caratterizzato le escursioni della nostra Associazione è stata la gradevolezza anche meteorologica che ci ha accompagnati in ogni occasione.
Ma la mattina di domenica 16 Aprile, la cinquantina di partecipanti che avevano dato la loro convinta adesione alla gita organizzata dal nostro Direttivo nella zona Jonico-Etnea hanno avuto parecchie perplessità: un cielo scuro e gonfio di nuvole, un vento assai poco primaverile e, soprattutto, una fitta pioggia non deponevano favorevolmente, sulla riuscita della passeggiata.
Ma il coraggio e l’entusiasmo non manca ai nostri soci: partiti con la consueta puntualità, l’autobus della ditta Eurotour ci ha condotto velocemente alla prima tappa prevista dal nostro programma di viaggio: Fiumefreddo di Sicilia.
Lungo il tragitto, avevamo già avuto modo di rincuorarci: la pioggia si era attenuata, le nubi andavano via via allontanandosi e, giunti a destinazione, faceva capolino anche un timido sole e la gradevole situazione meteorologica ci ha accompagnati per l’intera giornata anche questa volta: la buona stella dell’Archeoclub non si smentisce mai….
Ad attenderci a Fiumefreddo, un nutrito gruppo di soci della locale Sezione Archeoclub Area Jonica-Etnea, guidato dal Presidente, Prof.ssa Maria Rosaria Grasso ( che ci avrebbe accompagnato per l’intera giornata, nella visita dei diversi monumenti, ciascuno illustrato con competenza e dovizia di particolari), e di rappresentanti della Pro Loco.
Prima sosta, presso la Torre Rossa, un monumento funerario di epoca romana tardo imperiale ( III -IV secolo d.c.) che deve il suo nome al rivestimento di mattoni rossi ( la copertura originaria era di tegole ellenistiche ) e sorge al centro di un bell’agrumeto, appena fuori il centro abitato. Per lungo tempo, l’edificio, già insistente su una proprietà privata, non è stato adeguatamente conosciuto e valorizzato; il primo a descriverlo, fu il pittore francese Houël, che in occasione di un suo viaggio in Sicilia nella seconda metà del 1700, ebbe modo di visitarlo e di illustrarne le caratteristiche. Il monumento funebre, chiamato impropriamente torre, ha la forma di un parallelepipedo ed è alto circa 8 metri. La costruzione si sviluppa su due piani. Nel piano interrato si trovava la camera sepolcrale, nelle cui pareti sono state rinvenute le nicchie che ospitavano le urne cinerarie. In epoca successiva, l’edificio fu presumibilmente utilizzato come torre di avvistamento, e perse la sua originaria funzione.
Oggi, la proprietà è stata acquisita dal Comune di Fiumefreddo, ed è diventata un’importante attrazione turistica. Durante la nostra visita, ci ha raggiunti anche il Sindaco di Fiumefreddo, per porgere al nostro gruppo i saluti dell’Amministrazione Comunale.
Al termine di questa interessante visita, ci attendeva una piacevole sorpresa: un gentile rinfresco offerto dai rappresentanti della Pro Loco: caffè e fresche spremute di arance ( raccolte nell’agrumeto che circonda la Torre), particolarmente apprezzato dai soci.
Il tempo per la tradizionale foto di gruppo, e siamo tornati verso il centro di Fiumefreddo, per consumare la colazione presso un bar , prospiciente la cosiddetta Piazza del Bacio Sublime: un romantico angolo di Fiumefreddo, sul cui pavimento è riprodotto, con modalità stilizzate, il famoso quadro di Haiez, che vuole rappresentare l’abbraccio tra l’Etna ( che si staglia con tutta la sua magnificenza alle spalle del paese) ed il mare Ionio ai suoi piedi.
Ben rifocillati da un dolce spuntino, siamo ripartiti alla volta del piccolo borgo etneo di Nunziata di Mascali. Con una breve passeggiata attraverso le vie del paesino, abbiamo raggiunto l‘antica chiesetta di Santa Maria dell’Itria (vista solo dall’esterno), che custodisce alcune interessanti opere pittoriche, tra cui quella della Madonna Odigitria ( come noto, compatrona anche della nostra città). Qui, un rappresentante del locale Archeoclub ci ha brevemente accennato alla storia del territorio: in origine, zona di fitti boschi, sulla quale affioravano numerose sorgive, verso l’anno 1.500 fu divisa in appezzamenti ed affidato in enfiteusi; in breve, grazie alla fertilità del terreno coltivato a vite ( il famoso Nerello Mascalese) la cittadina conobbe una notevole ricchezza, per il commercio dei vini che dal vicino porto raggiungevano tutta Italia e buona parte dell’Europa ( presso l’Archivio Storico di Lentini sono custoditi documenti che attestano la fornitura di vino anche al nostro paese).
Successiva tappa, la Chiesa della Nunziatella, con una facciata tardo ottocentesca ed un interno a navata unica, sorta come Priorato della Nunziata, in epoca normanna. Sulla volta dell’abside si ammira uno stupendo affresco di epoca bizantina del Cristo Pantocratore, racchiuso all’interno di una mandorla, sorretta da figure di angeli. Altre tracce di affreschi si apprezzano sulla parete laterale sinistra, emersi ( come il Pantocratore) a seguito di recenti lavori di restauro.
A fianco della Chiesa, scavi archeologici hanno portato alla luce i resti di una basilica paleocristiana a tre navate, divise da pilastri, la cui epoca di costruzione viene fatta risalire al V secolo d.c.; di particolare rilievo, i mosaici policromi che adornavano il pavimento: quello adiacente l’abside, piuttosto danneggiato, in cui si intravedono le figure di pavoni e cerbiatti; quello nella parte centrale molto ben conservato, con soggetti marini ( pesci, polpi ) circondati da una cornice geometrica, raro, se non unico esempio di mosaico paleocristiano in Sicilia.
Ma si era fatta l’ora di pranzo, e cominciava a farsi sentire un certo languore, abbiamo quindi raggiunto l’Agriturismo dell’Etna, una piacevole struttura vicino al paese di Riposto; qui abbiamo consumato un gustoso pranzo, a base di prodotti del territorio, particolarmente apprezzato dai soci.
Nel primo pomeriggio abbiamo raggiunto la caratteristica località di Torre Archirafi, un grazioso borgo marinaro, frazione di Riposto, che deve il suo nome ad un’antica torre di avvistamento, oggi non più esistente; qui, con una piacevole passeggiata sul lungomare, da cui si può ammirare buona parte della costa ionica sino alla Calabria, abbiamo raggiunto la Chiesa di Santa Maria del Rosario ( in origine dedicata alla Madonna della Lettera) e l’adiacente palazzo nobiliare dei principi Natoli, una delle principali famiglie nobiliari del paese.
Ultima tappa della nostra intensa giornata, la cittadina di Riposto, antico porto, floridissimo ai tempi delle dominazioni Araba e Normanna; qui, sempre con la preziosa guida dei nostri ospiti Archeoclub, abbiamo visitato la antica Chiesa della Madonna della Lettera, di cui l’attuale edificio rappresenta la più recente ricostruzione. La struttura originaria risale al XII secolo, dopo la quale si sono succeduti altri rifacimenti. All’interno è custodito un dipinto raffigurante la Madonna della Lettera, il cui culto, come noto, è particolarmente diffuso nella zona del messinese: una leggenda vuole che una nobile famiglia di Messina, per sfuggire all’epidemia di colera che aveva colpito la città, si stesse dirigendo con la propria imbarcazione verso Catania, ma una tempesta fece naufragare la nave di fronte a Riposto; i passeggeri si salvarono ed il quadro della Madonna della Lettera, che la famiglia aveva portato con sé, galleggiò sino alla spiaggia; per riconoscenza, fu quindi eretta nei pressi una Cappella dedicata alla Madonna, che però fu distrutta dal terremoto del 1693, seguirono quindi successive riedificazioni.
L’attuale edificio risale al 1800, e al suo interno, oltre al dipinto della Madonna, è custodito un antico Crocefisso ed un prezioso lampadario in filigrana e ceramica.
Particolarmente interessante la visita ai locali della sottostante cripta, che costituisce la parte più antica della Chiesa, ove si trova un ossario ( che conserva i resti degli appartenenti ad una locale Arciconfraternita), un colatoio, ove erano posti i cadaveri, adiacente ad un pozzo di acqua salata, che accelerava il trattamento dei corpi.
In una piccola bacheca sono esposti alcuni reperti rinvenuti in loco ( resti di statuette, monete, punte di frecce), che testimoniano la presenza greca nel sito.
Ma la giornata volgeva al termine e, dopo aver calorosamente ringraziato i nostri preziosi ospiti, che hanno dato, con la loro competenza e disponibilità, un valore aggiunto alla nostra intensa visita, un simpatico scambio di doni reciproco ha suggellato la nostra amicizia: per loro, il nostro gagliardetto, un’antica pianta della Città di Lentini e alcune pubblicazioni e opuscoli riguardanti monumenti della nostra città; per noi, alcune pubblicazioni inerenti il loro territorio.
Si è conclusa così una piacevolissima giornata, che, grazie sempre all’iniziativa ed al dinamismo del nostro Presidente e del suo Direttivo, ci ha dato modo di conoscere luoghi e aspetti forse meno noti, ma sicuramente oltremodo interessanti, di uno splendido angolo di Sicilia.